venerdì 20 marzo 2015

GIRO GIROTONDO





















    GIRO GIROTONDO


RACCONTO BREVE






















Giro girotondo,
quanto è bello il mondo,
casca la terra e
tutti giù per terra!”

Da ieri  mi risuona negli orecchi questa cantilena, assurda, ripetitiva, lancinante, non mi da pace!

“Giro girotondo,
quanto è bello il mondo,
casca la terra e
tutti giù per terra!”

E ancora, ancora, ancora,
fino allo sfinimento!!
Perchè non mi abbandona?
Cosa devo cercare, cosa fare?
Sono una donna poliziotto, ho trent'anni e da dieci svolgo la mia attività a Milazzo, presso la compagnia di polizia.
Vado d' accordo con tutti, da un paio d' anni sono la compagna di lavoro di Luigi,  mio collega, sempre insieme, giorno dopo giorno, ora dopo ora, per cercare di sbrogliare “matasse”, spesso difficili.
Da ieri però, brancoliamo nel buio! E' scomparsa una bimba di quattro anni, proprio all'interno della Scuola Materna.
La madre l'ha accompagnata, come al solito, presso la scuola “Bimbi felici”.
Luisella, così si chiama la piccina, la frequenta volentieri, mai capricci, serena sempre, giocosa con tutti, ieri ...il dramma.
L'insegnante Federica ha condotto i bimbi nel giardino della scuola, prima si sono un po' scatenati e poi  ha organizzato un girotondo, vi hanno partecipato tutti e sedici.
“Ad un certo punto, così racconta Federica,  Giulia una bimba di tre anni è caduta, mi sono  avvicinata per rialzarla e consolarla, quando  sono  tornata al girotondo non ho più visto Luisella. All' inizio ho pensato che fosse andata in bagno. All'interno, ai servizi igienici non c'era, l'ho cercata in tutte le aule, non trovandola, ho dato l'allarme. I bambini che giocavano con lei mi hanno detto di averla vista sparire. Anche i più grandicelli non sanno raccontare altro!” Termina con un singhiozzo.
Abbiamo utilizzato i cani poliziotto molecolari, inutilmente, annusano, raspano
il terreno poi, si fermano alla recinzione del giardino della scuola e non vanno oltre.
La mamma della piccola sembra in trance, non riesce nemmeno a piangere, mi prende le mani e mi sussurra “Trovatela o muoio!”
Ed io ho nella testa sempre quella cantilena:

Giro girotondo,
quanto è bello il mondo,
casca la terra
e tutti giù per terra!”

Dalle indagini svolte, ho saputo che la bimba vive con la madre che non vuole rivelare l' identità del padre biologico,  quando rimase incinta, il ragazzo scappò e non la volle più vedere.
Forse, nella sparizione della piccola, lui ha un ruolo!
E' impossibile che una bimba possa svanire nel nulla!
Devo tornare dalla mamma della piccola, le devo necessariamente parlare a quattrocchi, da donna a donna.

Mi reco al suo appartamento, suono, è lei che mi apre la porta.
La osservo attentamente, è distrutta, gli occhi cerchiati e gonfi, il volto sembra tumefatto, come se si fosse presa a schiaffi, si torce le dita incessantemente. Mi fa accomodare in un piccolo e pulitissimo soggiorno, tanti giocattoli in un angolo: bambole, un triciclo rosa, pentoline, pupazzi... sembrano aspettare il ritorno della piccola...

“Giro girotondo,
quanto è bello il mondo,
casca la terra e
tutti giù per terra!..

Mio Dio ancora in testa quella filastrocca...!
“Signora mi racconti tutto fin dall'inizio...
E lei ricomincia a parlare “Ieri ho accompagnato Luisella a scuola, come al solito... No, per la strada non ho incontrato nessuno... nessuno mi ha seguita, sulla porta del
l' asilo mi ha abbracciata, le ho raccomandato di fare la brava.” Un singhiozzo la blocca...
“Signora vorrei notizie sul padre di Luisella, si confidi, potrebbe essere importante!”

Scuote il capo sconsolata, non vorrebbe dire nulla,  poi...
“Avevo solo diciotto anni quando rimasi incinta, Franco De Virginio solo ventuno. Io credevo in lui, lo amavo alla follia. Quando gli dissi della bambina, mi diede uno schiaffo e se ne andò. Non lo vidi più. Lui non centra nella scomparsa, è morto lo scorso anno, in un incidente in moto. Era ubriaco e a folle velocità si schiantò contro un muro. Lo lessi sul quotidiano che riportava la notizia.”
“Signora,  magari la famiglia potrebbe essere coinvolta nel rapimento.”
“Non credo, la madre era ricoverata in un ospedale psichiatrico, del padre non sapeva nulla! Bisogna cercare altrove!” Termina con gli occhi colmi di lacrime e un fazzoletto sulla bocca a far morire sul nascere un urlo di dolore.
L'abbraccio e me ne vado con un senso di vuoto allo sterno. Devo sapere, devo cercare, più il tempo passa e più sarà difficile ritrovarla viva.
Ritorno alla Scuola Materna.
Perlustro attentamente il giardino, non vedo nulla di strano, solo che adesso è vuoto, pur essendo una bella giornata, i bambini li tengono nelle aule, hanno paura, tutti!
Entro nella scuola e vado da Federica.
“Scusi maestra, ha parlato con i bambini? E' riuscita a sapere qualcosa di nuovo?”
“Ho fatto un gioco con gli alunni, era presente anche la pedagogista. Ho detto  di immaginare di tornare indietro nel tempo, di rifare il girotondo e di rivivere  il momento in cui  Luisella era con loro. I più piccoli, naturalmente, non ci sono riusciti, i più grandicelli sono stato tutti concordi: Luisella ad un certo punto è sparita, non sanno dire come, solo ... non c'era più nel girotondo! L' hanno chiamata,  nessuno ha risposto, subito dopo sono arrivata io. La mia collega ha fatto disegnare i bambini, gliene voglio mostrare uno  in particolare.” Conclude con un sospiro che le nasce dal profondo del suo essere. Prendo il foglio, non riesco a capire, sono raffigurati dei bimbi e a terra una macchia nera. Non mi dice nulla. Saluto l' insegnante, non riesco neppure a guardarla negli occhi, mi sento impotente dinanzi al dolore, vado via.
Aspetto il mio collega Luigi, abbiamo la foto segnaletica della bimba, l'osservo con attenzione. Non assomiglia alla madre nei tratti somatici, è bruna con gli occhi blu, profondi ed intelligenti.
“Dove sei finita piccola? Fammi un segno, dimmi qualcosa.” Invio mentalmente alla foto questo messaggio.

Giro girotondo,
quanto è bello il mondo
casca la terra e
tutti giù per terra.


 Ancora la filastrocca, perché mi assilla?
Mi chiamano dalla centrale, vi sono avvistamenti della bimba, dobbiamo  appurarne l' affidabilità.
La prima segnalazione è di una donna, afferma di aver visto la piccina con una zingara, al crocevia di Piazza Roma.
Ci rechiamo immediatamente. La macchina sgomma, arriviamo in men che non si dica, la avvistiamo, ha per mano una bimba, corro, l'afferro per il braccio, si volta con una domanda muta sul volto...non è lei!
Chiedo scusa, accenno una carezza sul volto della  bambina e sconsolata torno alla macchina.
Con Luigi ci rechiamo alla periferia, un altro avvistamento alla stazione. Il cuore mi batte a mille, vedo la bambina, è seduta sulla panchina, un giovane uomo la tiene saldamente per mano. Una signora alla vista della macchina della polizia mi fa cenno, indica la coppia seduta.
Mi avvicino, non è lei, questa bimba è più grande, chiedo i documenti all' uomo e poi mi allontano. Le spalle curve e il passo pesante.
Le segnalazioni si susseguono, sono tutte false piste.
La sera si avvicina e con il buio anche il mio cuore piomba nell'oscurità.


Giro girotondo,
quanto è  bello il mondo
casca la terra e
tutti già per terra!

Devo sapere perché mi frulla in testa questo ritornello.
Dove sei piccola? Mandami un segnale, dammi un' indicazione, la tua mamma ti aspetta!
Di solito ho  delle sensazioni, spesso si rivelano esatte, devo seguire la pista del girotondo...


Giro girotondo,
quanto è bello il mondo
casca la terra e
tutti giù per terra!

Ho come un presentimento, dovrà pur significare qualcosa la cantilena che mi tormenta. “Girotondo, tutti a terra, casca la terra”, forse è questo il mistero, la
terra che si apre, i bambini parlano di scomparsa improvvisa!
“Luigi torniamo all'asilo, subito!”
“Ma come ora? E' già tardi, fra poco sarà buio!” Replica il mio collega.
“Andiamo, ho un' idea. Ti ricordi? I bimbi dicono che era accanto a loro ed è scomparsa. Dobbiamo cercare nel giardino. Ora, subito!!!




Giro girotondo,
quanto è bello il mondo
casca la terra e
tutti già per terra!

Arriviamo alla Scuola Materna, scendiamo dall' auto, scavalchiamo la recinzione, entriamo in giardino. Ci avviamo dove i bimbi giocavano, frughiamo tra i cespugli, tocchiamo il terreno, tastiamo con le mani, sembriamo due ciechi che leggono il braille, non ci fermiamo un attimo e al buio continuiamo a toccare, tastare, sondare, accarezzare l'erba....
“C'è qualcosa qui, vieni!” Grida Luigi. Mi accosto velocemente a lui, al buio tocco, è come se ci fosse una botola nascosta dall' erba. Trovo un anello in acciaio, chiedo aiuto al mio collega e insieme tiriamo...Non accade nulla, Capisco...la botola scorre lateralmente, non bisogna tirarla, bisogna premere sull' anello, pressiamo, si apre, scivola su due binari perfettamente occultati, scopre una scala, mentre Luigi chiede aiuto via radio ai colleghi, io inizio a scendere.


“Luisella, Luisella, dove sei, sono un' amica della mamma!”
Non mi risponde nessuno, continuo a scendere, l'aria è densa di umidità, sembra di essere in una grotta, i miei passi risuonano  cupamente,.
La scala termina e con la torcia illumino una stanza tappezzata dal polistirolo, in fondo c'è un letto e su di esso un fagotto.
Mi avvicino...  “Dio mio! E’ Luisella addormentata”.
“Luigi c'è la bambina!” urlo con tutto il fiato che ho in corpo.
Mi avvicino, la stringo tra le braccia, avverto il suo debole battito cardiaco, è viva ma spossata dall'angoscia.
L'accarezzo dolcemente, le sussurro parole d'amore che non ho mai proferito in vita mia.
Mi tolgo la giacca e avvolgo la bimba, sembra svenuta. La prendo in braccio e faticosamente, la stanza è angusta, torno sui miei passi, risalgo lungo la scala.
Luigi mi attende all'imboccatura, ha preso una coperta dall'auto, copre la piccola.
In lontananza sento una sirena, l'ambulanza sta giungendo.
Arriva il medico, le presta i primi soccorsi e la porta in ospedale.
Luigi ha avvertito la madre.


Il giardino ritorna deserto, abbiamo deciso di rimettere tutto in ordine, vogliamo scoprire a chi appartiene quella stanza, a chi serve e perché.
Ci nascondiamo in un angolo buio e attendiamo.
Tutto è silenzio, non si ode neppure  il miagolio di un gatto o il canto di un uccello notturno. Sembra che tutto sia in attesa. Solo ogni tanto i fari di un' auto di passaggio  illuminano la scena.


Sono già le tre di notte, abbiamo deciso di andar via e di lasciare uno dei nostri uomini di guardia, quando la luce di una torcia si avvicina al giardino della scuola.
Qualcuno sta scavalcando il recinto, si sta avvicinando alla botola, la fa scorrere lateralmente con sicurezza.
“Mani in alto. Polizia!” Il giardino si illumina con le cellule fotoelettriche in nostra dotazione e....il bidello alza le mani in segno di resa!
Lo accerchiamo e lo portiamo in centrale.
Lo guardo incredula, lo conosco da tempo, è un brav' uomo, cosa centra con la stanza occultata in giardino? Cosa voleva fare della bimba?
Le domande avranno risposta.


La realtà spesso è diversa dall'apparenza....l'ho capito in questa indagine.
Francesco Farnari, il bidello della scuola materna “Bimbi felici”, che vi lavora fin dall'apertura della  struttura, è sempre stato attento, sereno, affettuoso e con una grande attenzione per la sicurezza dei bambini.
Durante l'interrogatorio ci ha raccontato come sia venuto a conoscenza, per caso, di quella “stanza segreta” e di come l'abbia usata all' inizio, come ripostiglio per gli attrezzi del giardinaggio, concimi e pesticidi.
Quando si è separato dalla moglie, non avendo a disposizione uno stipendio adeguato che gli permettesse di affittare un'abitazione, l'ha usata  come proprio rifugio notturno: di giorno nell'asilo, di notte nella scomoda stanzetta, “di necessità virtù”.
Nei giorni della scomparsa della bimba, era assente, aveva usufruito di un breve periodo di ferie e si era recato dalla sorella  che abitava in un' altra città. Non sapeva nulla di Luisella. Era tornato la notte del ritrovamento ed era stato arrestato, senza neppure immaginarne il perché.
Naturalmente in paese, prima che il poveretto venisse scagionato, si gridò al mostro. Sbattuto in prima pagina e bersagliato di accuse infamanti. Testimoni che riferivano di cattive abitudini del  bidello, raccontavano  di tutto pur di apparire in televisione o di avere una intervista sui giornali.
Poveretto, una vita integerrima  sporcata dal...nulla!


Per fortuna le indagini  hanno appurato la verità.
La bimba durante il gioco, aveva inavvertitamente posizionato il piede sull'anello metallico che a sua volta  aveva fatto scattare il meccanismo, la botola si era spostata lateralmente,  Luisella  era quindi  precipitata  lungo la scala sotterranea, rimanendo prigioniera. La chiusura della caditoia si era attivava automaticamente.
Il ritrovamento era avvenuto grazie ad una filastrocca...


Giro girotondo
quanto è bello il mondo
casca la terra e
tutti giù per terra.


E' sicuramente più facile avere un capro espiatorio su cui gettare la propria rabbia e frustrazione.
 Per questa volta però,  il “lupo cattivo” non esisteva, per fortuna!
               





                                                       FINE





1 commento:

  1. Il primo scripted reality italiano, Alta infedeltà su Real Time, sta avendo buoni ascolti. Io lo trovo interessante, e mi piace questo articolo che ne parla... http://www.tvzoom.it/index.php?option=com_content&view=article&id=15612:alta-infedelta-divide-come-tutte-le-cose-nuove-sbaglia-chi-lo-giudica-con-gli-occhi-della-tv-generalista&catid=30&Itemid=40

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