Io… alla Fantozzi
Non credevo eppure sono finita come Fantozzi!
Vi ricordate il mitico rag. Fantozzi alle prese con il lavoro quando la mattina doveva cercar posteggio e al solito veniva sorpassato dagli altri ? Oppure quando suonava la campana che annunciava la fine dell’orario lavorativo? Il fuggi fuggi era generale, alcuni dipendenti si gettavano anche dalle finestre e dai balconi al fine di raggiungere per primi il mezzo che li avrebbe ricondotti a casa…ebbene a me è successo qualcosa di simile.
Annuncio della LiDL: g. 20 dicembre offerta specialissima della cucina in legno ed accessori per le bimbe….
La mia nipotina la desiderava tanto, quindi…
Sveglia all’alba, colazione neanche per sogno, con gli occhi ancora cisposi e un maglione e un pantalone indossati alla meno peggio alle 7,30 sono già dietro i cancelli del supermercato, con me altri nonni disperati inviati dai figli per “l’acquisto dell’anno”.
Mi approprio del primo carrello, scaldo i motori mi mancano accanto i meccanici come nella formula uno, l’atmosfera è uguale, spintonando e sgomitando mi avvicino il più possibile alla porta scorrevole in vetro ancora chiusa. Ci guardiamo gli uni con gli altri con occhiata assassina che è tutto un programma che senza eufemismi avverte “non ci provare la cucina sarà mia”
Nel frattempo inizia una pioggerellina fastidiosa, il freddo è intenso ma nessuno lascia la propria postazione, la folla aumenta…
Le 7,45 debbo pure fare pipì, sarà stato il freddo ma imperterrita aggrappata al mio carrello, che fra parentesi è pure zoppo praticamente una ruota non gira, aspetto l’apertura.
Ci guardiamo gli uni con gli altri, non parliamo, il tempo sembra essersi fermato, sarà anche perché scrutiamo tutti i nostri orologi…Ecco inizia il countdown meno 5…4…3…2…1…le otto! Aperturaaaaa!!!
È come se inforcassimo delle moto, vi giuro mi sembra di sentirne il rombo…ci spingiamo senza vergogna, facendo uno sgambetto e assestando qualche spallata riesco ad entrare, purtroppo il carrello zoppo (maledetto) mi impedisce una maggiore velocità, praticamente lo trascino come un carretto. Un assatanato signore mi afferra per un braccio, mi divincolo e mi strappa pure il maglione….
Mi fiondo verso l’interno e con sguardo da aquila riesco ad individuare lo stand dove si trova l’agognato giocattolo (non solo dalla mia nipotina ma ora anche da me), spingo, strattono, arrivo…m’inginocchio per sgusciare da sotto le gambe degli altri e con un poderoso colpo di reni mi rialzo ed afferro l’oggetto di si tanto desiderio! Lo metto nel carrello zoppo…mi avvicino alla cesta successiva dove ci sono gli accessori della cucina in questione…arraffo a piene mani, non so neppure cosa prendo, non ha importanza se non quella di togliere materiale dalle grinfie degli altri. Appena mi accorgo di avere abbastanza utensili (non so neppure di cosa) cerco di allontanarmi: una muraglia umana mi blocca.
Ricordando Fantozzi mi abbasso e come un ariete mi apro un varco. Un dolore improvviso mi mozza il respiro, diciamo che sono stata molto energica. Comunque zoppicando vistosamente, il ginocchio mi fa male, insieme al mio carrello zoppo raggiungo faticosamente la cassa per pagare.
Un signore mi si avvicina e lacrimevole mi fa “…ero venuto per la cucina ma non ce ne sono più! Lei è stata fortunata!”
Io fortunata? Mi viene voglia di azzannarlo se penso alla levataccia, al mio carrello zoppo, alle sgomitata, allo strappo sulla maglia e al dolore che ora mi percuote la gamba fino all’anca.
Rispondo con un sorriso spietato “Fortunata un cazzo…signore mio” e m’allontano pensando al sorriso radioso della mia nipotina alla vista dell’agognata cucina! Nuccia