giovedì 22 dicembre 2022

Donna tu puoi tutto

 

Donna tu puoi tutto

Puoi raggiungere stelle e pianeti

immergerti nel profondo delle acque

scalare alte montagne

proteggere natura

salvare animali.

Educare nuove generazioni

o scoprire nuovi elementi.

Puoi manifestare contro prepotenze e violenze

puoi sedere negli alti scranni e legiferare.

Puoi ballare, cantare, recitare

o scrivere perché altri lo facciano.

Puoi amare chi ti ama,

donarti se vuoi

e negarti se lo credi,

donare vita

o proteggere e custodire

esseri nati da altri.

Tu donna puoi

cercare soluzioni a problemi universali

o dedicarti a chi intorno ti vive.

Donna tu puoi tutto se vuoi

ma il rispetto che ti devono

è alla base di ogni conquista.

Non sei meno di altri

Perché donna tutto tu puoi

se vuoi.


 

 

 

giovedì 1 dicembre 2022

Primula e il Natale


 

 

E sì se lo sentiva che stava arrivando il Natale, il cagnolino Primula …

Lui viveva da sempre sul raccordo dell’asse viario di Milazzo e annusava nell’aria l’avvicinarsi delle feste. Come faceva? Ma era semplice!

Innanzitutto l’amico di sempre, il signor Luigi, con l’avvicinarsi delle feste natalizie gli portava più cibo, anche due volte al giorno, e in più una coperta nuova calda calda. Quest’anno gliela aveva messa proprio nel cartone dove lui preferiva accucciarsi di notte. Gli aveva fatto piacere quel regalo, era riuscito a ringraziare il signor Luigi strusciandosi tra le sue gambe, in più gli aveva leccato anche la mano!!!

Inoltre sulla strada vi erano più auto e la gente sembrava più felice, addirittura gli   sorridevano. I bambini lo salutavano e lo chiamavano per nome…” Ciao Primula!” E lui scodinzolava felice.

Sì… si sentiva amato, ma una casetta vera l’avrebbe voluta davvero. Non che non avessero tentato di portarselo a casa, ma lui era sempre riuscito a fuggire. Lui avrebbe voluto tornare dai propri veri padroni che un giorno, abbastanza lontano nel tempo, ormai non si ricordava neppure quando era accaduto ma era d’estate questo sì, l’avevano fatto scendere dall’auto e se ne erano andati via.

Oh quanto li aveva aspettati, quanto aveva pianto, si insomma come sanno fare i cani, ma non riusciva proprio a tradirli, era convinto che un giorno sarebbero tornati e lui li avrebbe attesi, costi quel che costi!

Intanto davvero il Natale si avvicinava…Le luminarie per le strade, addirittura gli zampognari che suonavano dinnanzi ai negozi…e il profumo di cibo, i bimbi felici, le mamme indaffarate nella scelta dei regali, le chiese aperte, le vetrine addobbate con tanti doni da regalare…Il Natale era davvero una bella festa, anche Primula ne era convinto. L’amore lo sentiva tangibile, anche nei propri confronti: più coccole, cibo e sorrisi…

Un giorno, allontanandosi dalla strada che aveva eletto a dimora, aveva scoperto che dinnanzi ad una chiesa avevano allestito un presepe. A Primula era davvero piaciuto tanto.

C’era una capanna illuminata con una mamma e un papà che pregavano, un bue accovacciato con accanto un asino, degli angeli dal volto sereno e dei pastori che portavano doni, e poi luci colorate e una melodia che suonava incessantemente e che gli piaceva tanto. Aveva preso l’abitudine, dopo aver mangiato i bocconcini lasciati dal signor Luigi, di recarvisi e di rannicchiarsi nella mangiatoia dove poi sarebbe stato deposto il Bambinello. Tra la paglia si sentiva un re. Si nascondeva proprio tra le pagliuzze e con occhi adoranti guardava il volto della Madonna…. Immaginava che a guardarlo fosse la sua mamma umana, così come faceva una volta quando gli sussurrava “Piccolino mio, bello mio...” e si addormentava felice.

Finora nessuno si era accorto dell’ospite del presepe per cui Primula invariabilmente, appena le prime luci del buio si avvicendavano sulla città, lesto lesto, facendo attenzione alle auto di passaggio, andava ad accucciarsi beato nel presepe.

Passarono i giorni, adesso faceva anche più freddo ma Primula imperterrito continuava il proprio vagabondare nelle strade durante il giorno e poi la sera appuntamento fisso nel presepe.

Era giunta la vigilia di Natale, Primula naturalmente non lo sapeva e come il solito, alle prime ombre della sera, era andato a rifugiarsi tra la paglia della mangiatoia.

Stava giusto per addormentarsi, aveva chiuso gli occhi sognando ancora la propria famiglia umana, quando venne risvegliato da un canto diverso dal solito…Vi era un mormorio costante, come se tante voci intonassero la stessa preghiera. Aprì prima un occhio e poi un altro e vide una processione umana avvicinarsi al presepe, tenevano tutti una candela accesa in mano. Ebbe un moto di paura: volevano bruciare il presepe per ucciderlo? Un signore era proprio davanti a tutti, indossava una tunica bianca e teneva con venerazione tra le braccia un Bambinello, la gente intorno si muoveva all’unisono. Quando le campane della chiesa iniziarono a suonare, quell’uomo si avvicinò alla mangiatoia e vi depose quella bella statuina, mentre intorno tutti applaudivano. Primula impaurito si scosse dal torpore e con occhi lucenti guardò quell’infante di cera e poi il viso interdetto del prete alla sua vista.

Ma quel volto non era arrabbiato, no anzi, sembrava sorridere. Prese tra le mani il corpo tremante di Primula, gli accarezzò teneramente la testa e poi rivolto alla gente disse “Guardate anche il cagnolino è venuto a trovare Gesù Bambino, poi rivolto all’ animale, non aver paura siamo tutti creature del Signore.”

Dopo una breve funzione, tutti ritornarono in chiesa.

E Primula? Quella notte di Natale fu magica anche per lui.

Dopo essere stato coccolato dai bambini e dagli astanti, venne adagiato nuovamente nel presepe proprio dal prete che disse a voce alta “Il cagnolino lo lasciamo a guardia del Bambinello, gli farà compagnia e poi credo che gli piaccia davvero dormire nella mangiatoia!

 

P.S. Primula esiste davvero è un cagnolino molto indipendente, amato da tutti. Il nome lo deve al luogo in cui è stato trovato, appunto una cooperativa edilizia denominata Primula. Molti hanno cercato di adottarlo…ma lui non vuole, scappa e torna sempre nello stesso luogo dove venne abbandonato.

 


 

 

.

 

 


mercoledì 9 novembre 2022

Halloween

 

 

Quest’anno non mi avrebbero colta di sorpresa quei “quattro mocciosi” che lo scorso anno mi avevano quasi distrutto il giardino al mio diniego di aprire il portone di casa. 

Cos’era successo? Insomma quella sera al lavoro avevo ricevuto la notizia del mio licenziamento, io che mi credevo insostituibile! Invece ero stata mandata via! Non sto a raccontarvi la rabbia, la delusione e si anche il dolore. Io ci credevo in quel lavoro ma il “covid” aveva portato a una riduzione del personale, causa crisi economica del settore e io…a casa! Potevo mai festeggiare un evento in cui non credevo, che ritenevo inutile? Perché celebrare la morte, l’orrido, il mostruoso? Da piccola non esisteva! Ricordavo la sera prima della festa dei morti , quando le anime di chi non era più con noi venivano a trovarci. Nonna mi faceva mettere un bicchiere colmo d’acqua sul tavolo, perché affermava che i “morticini” venivano a trovarci, avrebbero avuto sete e poi, dopo essersi dissetati, avrebbero lasciato i dolcini. Ecco che la morte si univa alla vita dolcemente. 

Quest’anno i piccoli mostri li avrei accolti “a modo mio”. 

Avevo acquistato decorazioni che definire orride era un palliativo. Ragnatele e ragni assurdamente mostruosi e veritieri che al primo refolo di vento muovevano le zampacce pelose. Come se non bastasse gli occhi degli stessi erano fosforescenti, quindi impressionanti. E poi pipistrelli con inverosimili ali uncinate, una strega ad altezza naturale che avevo posizionato su di una vecchia scopa proprio sull’alberello, in verità striminzito, che a malapena riusciva a reggerla. Le zucche rigorosamente scavate dalle pazienti mani di mia madre con al centro i lumini da cimitero accesi…e poi avevo registrato urla, sospiri, rumori improvvisi, come porte cigolanti, catene e chi più ne ha ne metta. Avevo poi chiesto al mio collega di lavoro, sì ora ho un nuovo lavoro, molto bravo in informatica a collegare il tutto al mio computer che avrebbe attivato l’orrido sonoro appena il campanello del portone sarebbe squillato. Al colmo della mia vendetta avevo legato diversi recipienti colmi d’acqua ad una corda tesa tra il povero alberello, già piegato dal peso della strega, e l’inferriata della finestra. Accanto avevo posizionato un bastone per il gioco della pentolaccia.Sì tutto era pronto, già pregustavo la paura di quei disturbatori e le corse per andar via. Mi sedetti sulla poltrona ad aspettare e…improvvisamente mi vennero in mente i volti di quei bimbi, in fondo li conoscevo tutti o quasi…

Luigino dallo sguardo fiducioso e birichino, Lucilla dalle trecce bionde che dava sempre la mano alla sorellina più piccola, Francesco che si sentiva un ometto ma appena poteva giocava con qualsiasi aggeggio, Paolo e le sue scorribande in bicicletta, Alessandro che mi salutava e mi faceva l’occhiolino come il più grande dei corteggiatori, Giulietta dolcissima dal sorriso timido, Gaia  scanzonata, Davide che un giorno mi chiese se mi poteva aiutare ad attraversare la strada, anche se sapeva che potevo farlo da sola, ma doveva compiere una buona azione…

Mi venne il magone e capii che non potevo deluderli anche quest’anno. Andai in cucina e raccattati tutti i dolciumi disponibili in casa, presi un cestino e ve li deposi, chiusi il computer per evitare che s’innescassero quei rumori devastanti  preparati precedentemente, tolsi il bastone dal giardino , accesi tutte le luci e attesi che i bambini arrivassero. No, non potevo deluderli! 

Hallween? Oh yes anche per me.

 238.281 foto e immagini di Halloween - Getty Images