venerdì 4 novembre 2011

IL MIO SENTIMENTO IN VIAGGIO

                                        

Ti guardo, ti osservo, ti amo. Non chiedermi perché, non domandarmi come, non so, i sentimenti sono ali di farfalla, sono carezze di bimbo che lasciano, una volta provati, l'afflato d'amore.
Sono una donna in viaggio con il sentimento.
Lo sai perché? Perché il mio amore è in evoluzione, è come su un treno che si ferma alle stazioni, magari è in ritardo, riparte, riprende, rimane in pausa, sciopera ma poi, sul predellino, pronto alla partenza, lui c'è. Non è confusione, è sentimento che cambia, con gli anni, con la nostra età, con i figli che crescono.
Sei qui accanto a me, dormi serafico. II tuo sonno è sempre stato tranquillo, quando chiudi gli occhi lasci fuori tutto: affanni, difficoltà, preoccupazioni, forse... la famiglia.
Il tuo volto è disteso, la fronte di solito corrugata, in questo stato di quiete non lo è, le membra rilassate, il respiro regolare. Mi piace guardarti quando dormi, sembri più giovane, anche indifeso, non hai ancora alzato le barriere che ti difendono dagli altri. Siamo insieme da tantissimi anni, trentasei, davanti ai tanti amori naufragati, fra gli amici, il nostro è il più longevo.
Non abbiamo una formula magica, semplicemente… siamo cresciuti insieme.
Lo sai che ancora ricordo quando ti ho incontrato per la prima volta? Anzi, quando mi hai fermata per la strada...
Avevi i capelli lunghi e nerissimi, gli occhiali simili a quelli di Al Bano, il volto affilato e il corpo agile e scattante.
“Scusa, mi hai detto, possiamo frequentarci? Mi chiamo Luca!” Così dicendo mi porgesti la mano.
Il mio cuore batteva a mille, ti avevo adocchiato da un pezzo e sapevo che eri un gran “sciupa femmine”. Ma, Dio mio, quanto mi piacevi!
In quell'occasione feci la preziosa e con indifferenza ti dissi “Non credo sia possibile.”







Da quel giorno mi tallonasti regolarmente, eri all'uscita dalla scuola, ti ritrovavo quando ero con le amiche, quando pedalavo in bicicletta, t’incontravo con la macchina nei pressi di casa mia... insomma, ti eri innamorato perdutamente ed... anch’io.
Penso con nostalgia a quel sentimento nascente: ci guardavamo da lontano, tu passavi e ripassavi davanti alla mia casa e quando sentivo il clacson della tua macchina, mi affacciavo alla finestra ... ed ero felice. Bastava il tuo sguardo, il tuo sorriso, il tuo esserci.
In quel periodo eravamo sempre più magri, l'amore ci consumava, letteralmente.
Al primo nostro bacio, feci l'esperta ma, in realtà, il mio primo vero bacio lo diedi a te.
Se chiudo gli occhi, a distanza di tanti anni, riassaporo la tempesta di sensi che mi provocasti. Fu come entrare in un vortice in cui io, non esistevo, c'eravamo noi, solo noi, le nostre bocche unite in un’esplorazione così sensuale e profonda da superare qualsiasi attesa.
Ed io m’innamoravo sempre più.
Ho conservato il tuo primo regalo. Il quarantacinque giri in vinile di Mal, “Pensiero d'amore”. Lo ascoltavo e riascoltavo continuamente, chiudevo gli occhi e sentivo il tuo respiro sul mio, il tuo cuore che palpitava solo per me.  Erano gli anni '70, per noi donne non era facile abbandonarci, accantonare divieti e paure. Per noi i sentimenti potevano reggere anche su una passione soffocata, nei limiti della rispettabilità. Quanta differenza con gli amori vissuti dai giovani di oggi, spesso c'è prima il sesso poi, forse, l'amore.
Non sono puritana, credo che oggi manchi l'attesa.
La voglia di scoprirsi poco alla volta, il desiderio di immaginare prima ancora di vivere.
Non voglio giudicare ma, i ragazzi, non sembrano più felici di come lo eravamo noi, quando desideravamo e non potevamo, quando sognavamo e aspettavamo tra, baci rubati e carezze proibite e genitori all'erta come cani segugi, pronti a difendere la verginità filiale...
In quel periodo il sentimento che ci univa era fatto di desiderio, mai completamente appagato, reale voglia di condividere la scoperta dei propri corpi. Lo sai che spesso t’immaginavo nudo? Io non conoscevo il corpo maschile, il sesso non faceva parte dell'educazione familiare. Tu sei stato il mio mentore, il mio pigmalione. Mi hai fatto scoprire cosa significa essere donna, che ama e sa donarsi, che non prova vergogna, perché donarsi nell'amore e per amore, non comprende tali stati emotivi.




Penso sempre che i sentimenti  d'amore vivano degli stadi ben precisi: l'attesa, la scoperta, l'amore condiviso, l'amore vissuto e, ultima tappa del viaggio, l'amore perduto.
Tutte queste fasi sono importanti e, l'ultima, quella più sofferta.
Se la vita è un viaggio, l'amore lo è ancora di più. Non è semplicemente intraprendere una strada da condividere, non è solo il percorso effettuato a fianco a fianco, è proprio come si vive e si percorre tale cammino.
Noi, una volta, ci siamo persi.
Avrei voluto, in quel periodo, aver seminato le pietruzze bianche di Pollicino, perché tu potessi ritrovare subito, la via che ti riportava a me.
Quello fu il periodo dell'amore calpestato, sofferto, sporcato. Ad un bivio ti eri perso, avevi scelto  un vicolo senza apparente uscita. Sordo ai richiami, alla mia voce accorata, al buonsenso, indifferente a tutto, preso da un sentimento che ti ottenebrava i sensi e la memoria.
Poi tornasti, il capo coperto di cenere e le mie braccia tormentate pronte a consolarti.
Non fu una vittoria per me, neppure una sconfitta, era solo amore.
Ti curai le inevitabili ferite e insieme riprendemmo il nostro viaggio. Non fu facile, né per te né per me, spesso il tuo sguardo era perso nel vuoto, ancora oggi non so quali rimpianti avessi nell'animo. Mi sentii una crocerossina pronta a battersi per sconfiggere il male che ci aveva intaccato.
Il male è dietro l'angolo, pronto a colpirti a tradimento, veloce nel distruggere quello che hai costruito, con la forza dei sentimenti. Nessuno  ne è immune.
L'ho imparato a mie spese.
L'amore è fragile, è come fiammella che si può spegnere al primo alito di vento, sta a te essere pronto a riaccendere lo stoppino, proteggendolo con le unghie e i denti, se ci credi. Io... io ci credevo.
Il male è l'amica che ti sta accanto con falso affetto, è la giovane donna che vede nell'uomo affermato….la potenziale preda, alcune volte vuol solo mettersi alla prova, ma, da quell'atto predatorio, quante sofferenze!
Ho pianto per le bugie neppure mascherate, ho gridato di dolore per le assenze, mi sono graffiata l'anima per fingere normalità dinanzi ai figli, ho urlato in silenzio dinanzi all'abbandono, ho imitato serenità e sicurezza alla presenza degli altri, ho dissimulato forza al tuo ritorno.




E… abbiamo ricominciato il nostro viaggio d'amore.
Lo abbiamo ricostruito, abbiamo ripreso i mattoni della nostra vita e abbiamo eretto una diga contro il male. Ci siamo ritrovati più maturi, sofferti, inevitabilmente cambiati.
Non è stato facile per te ma, ti assicuro, neanche per me. Ora ti guardo dormire, accanto a me, nel nostro letto, che ci ha visto non solo giovani amanti nella scoperta reciproca ma anche, impacciati coniugi che riprendevano ad amarsi.
Lo sai, in quel periodo avevo paura dei confronti?  Non credo che tu lo abbia completamente capito.
Spesso gli uomini sono superficiali.
Io mi commisuravo idealmente con l'altra. Chissà come ti amava, cosa ti faceva provare, sarei stata capace di riconquistarti?
Ricordi che non volevo la luce accesa quando facevamo l'amore?
L'età porta segni indelebili sul corpo, le sofferenze dell'anima ti segnano ancor più profondamente, non ero più sicura di poterti ancora allettare con le mie profferte d’amore.
 Col tempo ho capito.
Mi amavi di nuovo, nel tuo viaggio di ritorno, mi avevi ritrovato, mi vedevi con gli occhi del sentimento che ci univa, non avevo più paura.
Riprendemmo il cammino, apparentemente sereni.
Sai perché dico apparentemente? I ricordi restano, le cicatrici non vanno mai via, nulla le fa scomparire, restano sempre in un angolino dell'anima, è come un retrogusto amaro in bocca, puoi cercare di mandarlo via con una caramella, un cioccolatino poi, inevitabilmente, ritorna con il suo sapore amaro. In fondo però, è anche utile, ti  rende attenta alle sfumature, sei sempre all'erta, perché l'amore ha bisogno di concime, di cure, giorno dopo giorno.
Ti muovi nel sonno, mormori qualcosa, apri gli occhi, mi vedi, mi sorridi.
Allunghi una mano e mi fai una carezza poi, mi avvicini al tuo cuore.
Per un attimo ho rivisto il giovane di tanti anni fa che mi ha stregato col suo fascino, che mi ha fatto scoprire donna appassionata e passionale.





Il nostro viaggio continua, il viaggio della vita accomunato dall'amore.
Un amore più maturo, fatto di quei piccoli gesti, così cari, così nostri. Fatto di amore carnale che, nella passione, contiene sempre il ricordo degli avvenimenti che ci hanno coinvolti.
Ma è pur sempre amore, scandito dal passare degli anni, dal rispetto reciproco, dalle abitudini, dagli sguardi di complicità che non hanno bisogno di parole per capirsi.
Non so cosa ci riserverà il futuro, intanto, il nostro viaggio… col sentimento prosegue! 

                                                                                                               Dedicato a te, Luca.

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