C’era una volta un bambino che, come
me, amava molto gli animali e la natura, si chiamava Luigino.
Era davvero adorabile. Aveva gli occhi neri
come il carbone, la pelle perennemente abbronzata, (per forza viveva vicino al
mare), era sempre in movimento e amava la vita!
A otto anni nuotava come un giovane
delfino, la sua mamma, fin da piccolo, gli aveva fatto adorare il mare. In
inverno, quando la temperatura esterna lo permetteva, passeggiavano lungo la
battigia, oppure si sedevano sulla sabbia sottile e umida e osservavano le onde
infrangersi lungo la spiaggia. Lo inebriavano il profumo della salsedine o gli
imprevedibili colori dell’acqua, era come una magia, un giorno il mare era
azzurro e terso, il giorno dopo spumeggiante tendente dal blu scuro al bianco della
spuma. Spesso Luigino faceva delle gare sulla rena con la mamma, chissà perché vinceva sempre lui. Forse la
mamma barava!
Alcuni giorni si limitavano a
raccogliere le conchiglie, le stelle marine ed anche i sassi colorati. La sua
mamma era proprio brava, con quei ciottoli vivaci concretizzava quadri,
ricopriva vasi… oppure creava buffi mosaici. Luigino, grazie a queste attività,
era diventato molto creativo, era capace di vedere nelle cose più banali una
possibile meravigliosa realizzazione.
In estate, e in Sicilia la bella
stagione iniziava molto presto, il campo giochi era proprio il mare, lunghe
nuotate, tuffi sbilenchi ma non meno divertenti e tantissimi svaghi con gli
amici. Un divertimento che amava particolarmente era la gara con le biglie
colorate. Non era difficile, la cosa importante era creare una pista lunga e
tortuosa, attrezzata di una partenza e di un arrivo. Impiegavano molte ore per
crearla, spesso predisponevano anche dei trabocchetti come piccole buche o
percorsi alternativi… Le gare iniziavano, di solito, verso le diciassette e
terminavano solo dopo il tramonto, quando il sole con gli ultimi raggi si tuffava
all’orizzonte.
Luigino però aveva un amico speciale:
Dylan, un simpatico bastardino che, almeno lui così raccontava, lo seguiva da
sempre. Effettivamente Dylan era entrato in famiglia proprio quando la mamma
era in attesa di Luigino, aveva seguito con occhi attenti tutta la gravidanza
e, una volta nato il bambino, lo aveva accompagnato passo passo, come un
segugio. Aveva vegliato sui suoi sonni, al primo vagito si affrettava con un
“bau”, quasi sussurrato, ad avvisare la mamma. Del bambino aveva seguito i
primi barcollanti passi e aveva partecipato a tutti giochi. Quando Luigino era
con Dylan, la mamma era tranquilla. Ancora ricordava il primo giorno di scuola,
Dylan aveva atteso il ritorno dello scolaretto in giardino e, quando finalmente
era tornato, era stata una festa tra salti, uggiolii e carezze.
Ora però, Luigino era triste, Dylan
stava male, faceva fatica a giocare o correre, preferiva stare accovacciato sullo
strapuntino, anche se non mancava di scodinzolare felice, ogni volta che il
bimbo lo accarezzava.
La mamma aveva portato il cagnolino dal
veterinario “Signora è l’età, si spegnerà lentamente accanto alle persone che l’hanno
amato e che lui ha adorato!”
Mamma si era asciugata una lacrima e,
sforzandosi di sorridere, era tornata a casa.
Aveva chiamato Luigino, lo aveva
stretto tra le braccia e, facendolo sedere sulle proprie gambe, gli aveva detto
“Sai amore, Dylan è vecchietto, si come il caro nonno Franco, te lo ricordi?”
“Ma il nonno è morto!” Aveva
ribattuto Luigino.
“Sì tesoro, toccherà a tutti prima o
poi. Comunque Dylan non si deve stancare. Stagli vicino, accarezzalo e
coccolalo, ne sarà felice!”
“Ma io gli voglio bene, non può
morire!”
Rispose sconsolato Luigino, correndo
dal cagnolino abbracciandolo forte.
I giorni erano passati e purtroppo venne il
momento in cui Dylan chiuse gli occhi per sempre.
Luigino aveva pianto tanto. Assorto
rimuginava su domande importati da porre agli adulti.
Proprio quel pomeriggio avevano
sotterrato l’animaletto nel giardino, papà aveva preso una cassettina, avevano
avvolto il corpicino in un lenzuolo e, dopo avergli deposto accanto i suoi
giocattoli preferiti, l’ aveva chiusa e interrata sotto il pino marittimo, il
posto in cui il cagnolino preferiva nascondere qualcosa……
A sera, dopo tanto pensare, Luigino aveva
atteso che la mamma fosse totalmente disponibile per lui, si era accoccolato sulle
sue ginocchia e a bassa voce aveva dato voce al suo cuore.
“Mamma, Dylan andrà in Paradiso?”
“Certamente tesoro, è stato un cane
buonissimo”
“Mamma, l’angelo al cancello del
Paradiso gli chiederà cosa ha fatto sulla Terra?”
“Sì tesoro e lui risponderà … Ho
amato i miei padroni, ho difeso il mio piccolo amico, ho tenuto compagnia ai
nonni, ho dato conforto, ho dato gioia, non mi sono lamentato per le assenze,
ho gioito per le presenze, non ho fatto mai del male a nessuno, ho protetto chi
ho amato. E così entrerà tranquillo nel Paradiso degli animali”
“Sono contento mamma, lo merita, non
tutte le persone sono buone come Dylan”
“Hai ragione piccolo mio!”….
Dopo aver dato un bacio alla mamma,
Luigino rasserenato, era tornato ai propri giochi…
Cari bambini, ed anche adulti, il tempo
attenua ogni dolore ma il ricordo di chi non c’è più, rimane indelebile nel
cuore di chi l’ha amato, anche se dovesse riguardare un nostro
amico animale.
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