"Mi
chiedo cosa ci sto a fare qui appeso. Sembro un ladruncolo pronto ad entrare
negli appartamenti. Mi vergogno davvero. Un piede al primo scalino, il secondo
a penzoloni, le mani avvinghiate alla scaletta. A distanza di anni non ho
ancora capito a che servo. Ho deciso, quest'anno non ci sto. Io devo aiutare i
bambini, portare regali, non dare tristezza. Poi, non sopporto assolutamente Luigino che con gli amici mi
tira le palle di neve nella schiena. Stavolta mi ribello, mi sgancio ed
agisco".
A
pensar così era un Babbo Natale appeso ad una scaletta di legno sulla ringhiera
del balcone del terzo piano. Ogni anno, ormai ne erano passati almeno sei, la
signora Rosa lo toglieva dallo scatolone
e i9n previsione delle feste natalizie, lo appendeva fuori, alla ringhiera.
Ultimamente era un po' spelacchiato, si sa l' inverno fa di questi
scherzi, allora aveva deciso di ornare
il cappello rosso con delle lucine. Non sapeva, la poveretta, che Babbo Natale
ogni volta aveva paura di bruciarsi, e, quando tutti dormivano, svitava qualche
lampadina, quella più vicino al naso. La signora Rosa si chiedeva "Ma perché non funziona tutto l' impianto?" Pazientemente
cambiava luci, fino a quando, stanca dinanzi al ripetersi della situazione, lasciava
perdere e il piccolo Babbo Natale respirava di sollievo. Ma il Natale del 2016
sarebbe stato diverso. Era ora di reagire!
Il piccolo Babbo Natale si era accorto che un altro compagno di
"sventura" era stato appeso al balcone del quarto piano. "PSS
ehi… Babbo Natale, guarda in basso sono al terzo piano. Si proprio quaggiù"
"Ciao,
anche tu in bella mostra?"
"Bella
mostra al freddo e al gelo? Tu sei
nuovo, non penserai davvero che sia bello star qui? Quest'anno scappo, non
voglio fare questa vita. Vuoi venire con me?"
"Magari…
ma come faccio. Anche se sono appeso da poco, mi sono già stufato!?"
"Facile,
stacca prima una mano, poi l'altra, lasciati cadere. Tranquillo non ti farai
male, la plastica difficilmente si rompe. Guarda me, no, anzi, aspettiamo la
mezzanotte, quando in giro non ci sarà nessuno e poi agiamo.”
“Va
bene compagno, ora riposo un po'… a più tardi".
Trascorse
anche il pomeriggio, nel frattempo il prode Babbo Natale non era stato con le
“mani in mano”. Ad un passerotto che si era posato sul suo cappello rosso aveva chiesto aiuto, in cambio gli avrebbe
dato un po’ di lana bianca per
riscaldare il nido. Gli aveva chiesto di raccontare ai Babbo Natale appesi ai
balconi del paese che quella stessa notte ci sarebbe stata la rivolta. Il luogo
dell 'incontro davanti al portone principale
della chiesa. Giunti lì avrebbero deciso il da farsi.
Passerotto
aveva eseguito l'incarico, era volato da un balcone all'altro, aveva condiviso
con tutti il piano e in cambio aveva ricevuto
una bella scorta di lana.
A
mezzanotte in punto i Babbo Natale si lasciarono cadere dai balconi. Ovunque si
sentiva “Puff, puff”. Erano loro che precipitavano nella neve , poi in fila
indiana si dirigevano al luogo dell' incontro.
Alcuni
cani, al loro passaggio, abbaiavano sorpresi da quell'insolita processione.
Un
ubriaco, vedendoli, si era inginocchiato e rivolgendo lo sguardo al cielo aveva
esclamato “Lo giuro non berrò neppure un goccio da ora in
poi…
questo è troppo!” Ed era scappato a gambe levate.
Alcuni gatti randagi,
invece, si erano accodati ed insieme a quei pupazzi rossi avevano allungato la
fila che si andava ad ingrossare ad ogni palazzo. Infatti i Babbo Natale
appesi, si lasciavano cadere nella morbida neve. Giunsero così davanti al
portone della chiesa, tutti si zittirono per ascoltare il Capo indiscusso di
quella rivolta, il quale si fece avanti, si posizionò proprio sul sagrato, dove
tutti avrebbero potuto sentirlo.
”Cari
amici, noto che siete proprio numerosi. Bene, meglio così. Come forse la maggior
parte di voi sa, lo stare appeso ai balconi non ci rende onore- (e i Babbo
Natale assentivano con la testa)- freddo e gelo per cosa? Il nostro compito è
allietare i bimbi, rendere sereni gli anziani
e i senza tetto con la nostra
presenza. Per questo propongo di dividerci in squadre: una parte di noi andrà
al reparto pediatrico, ci metteremo accanto ad ogni lettino , un’altra parte alla casa di riposo, lo sappiamo che i vecchietti sono
come i bambini. Un’altra nelle case dei più poveri.
La nostra presenza porterà
speranza… e non dimentichiamoci dei
clochard. Anche loro hanno diritto al
Natale!”
Un Babbo Natale aveva alzato la mano per
parlare,
”Ma
non dovremmo portare qualche dono?E dove
lo prendiamo? Non abbiamo soldi!”
”Non
ti preoccupare, chiediamo aiuto al papà di tutti i Babbo Natale!"
"Lo conosci,davvero?"
La meraviglia era generale
“Certo,
so io come contattarlo. Voi aspettatemi.”disse
Il piccolo Babbo Natale si recò sul retro della
chiesa dove c’era , lui lo sapeva, una
finestrella molto piccola che lo avrebbe
condotto all’interno.
Così fece, riuscì ad infilarsi dentro, si
diresse verso l’altare maggiore dove un Gesù Bambino di porcellana dormiva
nella mangiatoia.
S’avvicinò alla statua e iniziò a pregare
con fervore, adddirittura delle lacrime
spuntarono dai suoi occhi di cristallo nero, gli parve di sentire il suo cuore
battere forte…strano lui non aveva un cuore vero!
“Gesù Bambino, aiutami, non posso deludere chi
crede in me. Devo aiutare chi soffre. Fa’ che abbia un senso il mio abito da
Babbo Natale. Aiutami a trovare qualcosa da donare!”
Osservando il Bambinello gli parve che gli
sorridesse. Si fece il segno della Croce ed uscì dalla chiesa.
Quale fu il suo stupore quando davanti al sagrato si fermò un enorme
camion da cui scese un signore dai capelli e barba bianca e, rivolgendosi
proprio a lui, disse “Piccolo Babbo Natale
devo scaricare dei doni, tu e i tuoi
amici potete aiutarmi?”
“Certo!!!” risposero centinaia di
voci…e così ogni piccolo Babbo Natale ebbe un sacco da trasportare sulle
spalle. Grande era lo stupore: i sacchi erano proprio grandi e colmi di
dolciumi o giocattoli , ma i piccoli Babbo Natale riuscivano a trasportarli con
facilità.
Ognuno di loro, col prezioso carico
sulla spalla si avviò verso il posto
prescelto.
La mattina dopo, tanti doni vennero trovati dai bimbi ricoverati
nell’ospedale, dagli anziani accanto ai propri letti, dai barboni che dormivano
per strada, nella case più povere e
vicino vi era sempre un pupazzo vestito
da Babbo Natale.
Per giorni nel paese si parlò della
scomparsa dei Babbo Natale dalle ringhiere dei balconi ma, ebbe maggior risonanza, il miracolo dei doni ricevuti dai bambini, dalle persone più
tristi, sole e bisognose.
Nuccia
splendida, la pubblico nel mio sito :-)
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