…e ancora guardo il mondo
e non mi stanco.
M’incanto dinnanzi ai
bimbi
in cui l’innocenza è intonsa
e nel prossimo balenano fiducia.
Mi rapiscono i volti
degli anziani
che han negli occhi
la saggezza
di chi tanto ha vissuto e lottato.
Osservano gli altri con condiscendenza
consapevoli del tempo,
che equo su tutti, lascia tracce.
Degli animali osservo l’agire,
pura lotta per sopravvivere
e del male non sanno
esistenza.
Mi rasserena il mare quieto,
in cui l’onda sussurra alla spiaggia
e ne scompiglia lieve
la sabbia.
Delle tempeste temo il prodotto,
troppo simile all’animo umano
quando ira primeggia ragione.
Nel cielo invece mi
perdo
cercando di dar nome a nuvole e stelle,
memore di un mondo di fiabe
ascoltate e narrate.
Dei prati mi sento figlia,
quando odorando timidi fiori
e accarezzando fili
d’erba
alla madre terra rendo
onore.
Della pioggia e della
neve
guardo meraviglia,
mutano i paesi col pianto o l’incanto.
A questo mondo, come innamorata,
sempre m’aggrappo, lasciarlo mai vorrei.
Ma quando l’ora mia verrà
spero di aver vissuto
piantando orme
conservate nei
ricordi
di chi accanto mi è stato.