Piangi, urli, preghi,
non comprendi.
Il corpo contuso,
le labbra aride,
il cuore ferito.
Lo guardi,
cerchi nei suoi occhi
l’amore condiviso,
non lo ritrovi.
Lo scruti tra le dita
con cui ti proteggi il volto…
Invano, non riconosci
nelle fattezze alterate
chi ti amò,
chi giurò di proteggerti
da tutti, da tutto,
ma non da se stesso.
Al cielo
rivolgi una prece
e t’abbandoni
sperando in un altro domani,
desiderando che
finisca presto.
Nuccia
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