”Nuccitta dai prendi il bicchiere e riempilo d’acqua” diceva nonna.
Io, piccola timorosa, lo prendevo ,lo riempivo fino all’orlo, lo posavo sul tavolo in cucina.
L’acqua traboccava, io imperterrita aggiungevo ancora acqua.
Per me era importante vedere se l’indomani la quantità fosse diminuita. Era come un esperimento scientifico,solo così avrei visto se i “morticini”veramente avessero avuto sete. Era la notte dei morti, tornavano sulla terra a salutare,a vivere un’ altra sola notte! Per noi bimbi al mattino dolci tipici e regali.E chi se la scordava questa attesa!!!Gia’ da qualche settimana nelle pasticcerie vassoi colmi di “ ossa dei morti” e frutta di marturano, così colorata e così veritiera nel riprodurre la frutta vera, facevano bella mostra. I cimiteri puliti e fioriti, illuminati da decorazioni di lampadine ( per chi se lo poteva permettere) e lucine votive. Le tombe lucidate a nuovo e tanti parenti che pregavano. Ricordo come fosse un rito ,nel giorno dei morti, visitare i loculi di parenti, amici e conoscenti. Per tutti un fiore, una preghiera, un ricordo, un pensiero. Non è forse il ricordo che rende immortali?
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