Lo giuro sui miei figli: mai più! Piuttosto pago il doppio ma ripetere un’esperienza del genere giammai!!!
Cos’è successo? Ora ve lo racconto.
<Caro dobbiamo comprare un armadio per gli attrezzi da giardino. Sai uno di quelli in plastica da mettere all’esterno, che non si arrugginisce e resiste alle intemperie…>
<Certo andiamo subito…prendiamo le misure e poi via con l’acquisto…>
E così fu, di pomeriggio tornammo a casa con l’armadio…da montare!
La scelta facilissima non ci portò via molto tempo, a farci decidere il prezzo, praticamente il più economico.
Ora voi mi direte: ebbene?
EBBENE?!?! Sapete cosa significa montare un armadio?
Dunque arriviamo a casa e pieni di entusiasmo ci mettiamo al lavoro. Primo step aprire l’imballaggio e spargere sul pavimento tutti i pezzi, circa un centinaio fra viti, morsetti e ante.
<Ma quanti pezzi sono? Mica è un armadio quattro stagioni più incertezze metereologiche?!
Il libretto delle istruzioni lo accantoniamo da subito, in fondo che ci vuole…
CHE CI VUOLE? Una laurea in montaggio e riconoscimento dei pezzi, perché signori miei i nostri non si incastrano. Ed è un inutile tira, pesta e grida per un colpo sul mignolo…i pezzi sono difettosi. Questa l’ardua sentenza.
Nel frattempo il mio amato consorte che pensava di fare tutto in una decina di minuti, come se avesse avuto i mattoncini della Lego da assemblare, comincia col togliersi il cappello, sì aveva iniziato il lavoro tutto bardato senza nemmeno levare il cappotto, ma le caldane, non dovute all’età né al sesso, cominciano a farsi sentire. È tutto rosso in volto e con voce stentorea mi fa <Dove sono le istruzioni? Forse è meglio guardarle!> Ecco le istruzioni, le prime pagine vanno dall’aramaico al cinese, per poi passare al cirillico e al tedesco poi in ultima pagina, come se fosse uno sbaglio, ecco l’italiano.
Sembriamo due bambini per la prima volta dinnanzi all’abbecedario, praticamente non capiamo nulla, anche perché signori miei i disegni sono piccoli e confusi, sarà perché è il più economico, mi sembra che ci vogliano punire per la scelta misera.
Comunque osservando con attenzione ci accorgiamo che vi sono delle lettere e numeri di riferimento per ogni pezzo…ah ecco ma dove sono collocati quelli sul materiale (ahimè davvero troppo) che abbiamo a disposizione?
E inizia la ricerca, vi giuro sembriamo due anatomopatologi che stanno eseguendo un’autopsia su cadavere non meglio identificato. Ognuno di noi ha un pezzo in mano e lo giriamo e rigiriamo alla ricerca della fantomatica sigla. Dopo estenuante ricerca mi accorgo che in un angolino nascosto c’è il numero che cerchiamo. Disgraziati abbiamo bisogno della torcia del cellulare per vederlo perché è scritto nello stesso colore del materiale e solo leggermente in rialzo. Maledetti!
Iniziamo a disporre sul pavimento i pezzi in ordine crescente di numero e lettera. Già perché non c’è solo il numero ma anche la lettera che però è sempre la stessa.
Comunque affidandoci a San Giuseppe falegname e quindi assemblatore di pezzi iniziamo…
Prima la base ma è unica o formata da due pezzi? Arcano mistero…poi le parti laterali, ma come si bloccano e poi perché dal disegno uno va con dei perni in alto e l’altro in basso? Colpo di genio “Hanno sicuramente sbagliato!” Quindi senza seguire le istruzioni spingiamo, livelliamo con la lima, tagliamo col seghetto qualche pezzo. Niente da fare, ci arrendiamo e rileggiamo le istruzioni: proviamo e miracolo si incastrano!
Passiamo quindi alle ante, altro dilemma!
Proviamo fino allo sfinimento per inserirle in qualsiasi pertugio presente, mi viene la voglia di usare lo scotch Pensa che ti ripensa scorgo sotto il tavolo una busta sospetta, la prendo e l’apro <Ma guarda ci sono le viti, magari bisogna utilizzarle> La mia dolce metà non bestemmia mai ma uno svarione gli esce ugualmente a fior di labbra.
Troviamo dei ganci, sembra la caccia al tesoro, prima proviamo per tentativi ad errore poi prendiamo le maledette istruzioni, altra mezz’ora per trovare la pagina giusta. Con grande fatica e collaborazione riusciamo ad incastrare il tutto ma…ci siamo dimenticati della parte superiore dell’armadio che a rigor di logica andava montata prima. Ci guardiamo negli occhi, c’è una tale mestizia in quelli del mio lui che sarei tentata di lasciar perdere e buttare tutto, ma il mio eroe esclama <Non sarà un semplice armadio di m…a fermarmi> Lo guardo ammirata, ecco perché l’ho sposato non si arrende mai!
Smontiamo le ante e collochiamo la copertura dell’armadio… sarebbe il caso di dire forziamo la mano, anzi le mani e a via di colpi e martello, calci di rabbia riusciamo a incagliarla come un’ancora in una rete!!!
Poi riprendiamo le ante e con una forza di volontà sovrumana le inseriamo, avvitiamo e…ci accorgiamo di aver lasciato a terra tutti i ripiani. Il mio lui mi fa <Potresti farne a meno…vero?> Non ho il coraggio di dirgli che in realtà servono. Gli stringo le mani e con grande enfasi esclamo <Siamo proprio una squadra fortissima…> Ci guardiamo e scoppiamo in una risata liberatoria.
L’armadio è montato, certo sembra pendere da un lato, lo appoggeremo al muro!
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