E ancora accolgo seme
germogliante umanità
come madre terra
genero nuova linfa
da spendere alla vita.
lunedì 30 maggio 2016
domenica 15 maggio 2016
E ti guardo
E ti guardo dormire
spiando il tuo respiro regolare
e le palpebre che cedono
ai sogni...
E mi perdo...
e mi smarrisco
in un amore senza confini,
in cui ogni tuo desiderio
sarà mia certezza.
Osservo il tuo volto,
le ciglia ricurve
guance paffute,
le labbra dischiuse,
le nari che fremono
come improvvisa corsa....
E... sento il cuore inondarsi
d'un sentimento puro
come acqua sorgiva,
cui solo un bimbo può
dar vita.
Accarezzo piano,
nel timore di svegliarti,
i pugnetti chiusi
che s'impossessano della vita
e del vissuto faranno esperienza.
E ti guardo...
e la bellezza del mondo
mi viene incontro,
perchè tu,
amore mio,
la racconti.
Nuccia Isgrò
Al mio piccolo Alessandro
.
(Immagine dal web)
spiando il tuo respiro regolare
e le palpebre che cedono
ai sogni...
E mi perdo...
e mi smarrisco
in un amore senza confini,
in cui ogni tuo desiderio
sarà mia certezza.
Osservo il tuo volto,
le ciglia ricurve
guance paffute,
le labbra dischiuse,
le nari che fremono
come improvvisa corsa....
E... sento il cuore inondarsi
d'un sentimento puro
come acqua sorgiva,
cui solo un bimbo può
dar vita.
Accarezzo piano,
nel timore di svegliarti,
i pugnetti chiusi
che s'impossessano della vita
e del vissuto faranno esperienza.
E ti guardo...
e la bellezza del mondo
mi viene incontro,
perchè tu,
amore mio,
la racconti.
Nuccia Isgrò
Al mio piccolo Alessandro
.
(Immagine dal web)
venerdì 6 maggio 2016
CHIEDILO ALL’UOMO
Non è colpa del mare,
del cielo, della terra,
se ti hanno fatto del male
e non sei più,
piccolo mio.
E’ all’uomo che devi rivolger
domanda.
Chiedigli perché della tua fame,
della tua arsura, del tuo ventre gonfio,
del tuo fragile corpo.
Mostragli la paura
dei fucili, delle bombe,delle
macerie,
della violenza, delle torture.
Parlagli dei tuoi incubi,
del tuo immenso dolore.
Raccontagli della tua scuola
demolita,
della tua casa distrutta,
dei tuoi giochi spazzati via,
della tua infanzia negata.
Se non sei più
chiedi all’uomo perché,
piccolo mio,
io non so darti risposta.
Ti ho stretto a me,
ti ho fatto scudo col mio corpo,
ho spremuto il mio seno avvizzito,
ho venduto ciò che mi restava,
anche la mia dignità.
Ho cercato di essere zattera
per non perderti
tra le acque buie,
ma non è bastato!
Sono vittima come te,
figlio mio,
perdonami, se puoi.
Nuccia Isgrò
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