Non è colpa del mare,
del cielo, della terra,
se ti hanno fatto del male
e non sei più,
piccolo mio.
E’ all’uomo che devi rivolger
domanda.
Chiedigli perché della tua fame,
della tua arsura, del tuo ventre gonfio,
del tuo fragile corpo.
Mostragli la paura
dei fucili, delle bombe,delle
macerie,
della violenza, delle torture.
Parlagli dei tuoi incubi,
del tuo immenso dolore.
Raccontagli della tua scuola
demolita,
della tua casa distrutta,
dei tuoi giochi spazzati via,
della tua infanzia negata.
Se non sei più
chiedi all’uomo perché,
piccolo mio,
io non so darti risposta.
Ti ho stretto a me,
ti ho fatto scudo col mio corpo,
ho spremuto il mio seno avvizzito,
ho venduto ciò che mi restava,
anche la mia dignità.
Ho cercato di essere zattera
per non perderti
tra le acque buie,
ma non è bastato!
Sono vittima come te,
figlio mio,
perdonami, se puoi.
Nuccia Isgrò
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