mercoledì 30 novembre 2011

Il paese di Roz


 
Il paese di Roz, si trova in luogo molto lontano, ai confini dell'orizzonte, non è facile raggiungerlo.
Nel paese di Roz il tempo è sempre perfetto, piove se i prati hanno bisogno d'acqua, c'è il sole se le mamme devono far asciugare i panni all'aperto, c'è vento, ma di quelli gentili, se i bimbi devono far volare gli aquiloni, c'è la neve se bisogna divertirsi con gli slittini.
Il sindaco di Roz, è anche un mago, di quelli che non farebbero male neppure ad una mosca conosce perfettamente i desideri dei suoi paesani..
Nel paese di Roz non c'è cattiveria, gli abitanti sono buoni perché sono felici.
Tutti lavorano, secondo le proprie capacità e talenti, le mamme raramente sgridano i figli e i papà li vedi giocare con loro, quando non sono occupati.
La scuola si chiama “La scuola della gioia”, perché gli alunni sono sempre felici di frequentarla, si impara tutto, senza rimproveri o noia. I maestri, sono gentili con tutti.
La bidella è una allegra signora che prepara i biscotti alla nocciola e al cioccolato e li offre durante la ricreazione..
A scuola i bambini parlano una lingua comune, quella del rispetto e dell'amore per la conoscenza.
Le vacanze, gli abitanti di Roz, le trascorrono nel proprio paese perché è il più bello del mondo.
Vive in questo luogo incantato una vecchina simpaticissima, si chiama Enz, lavora tanto a maglia, i suoi lavori sono veramente speciali.
Si racconta che un giorno andò a trovarla una giovane donna...
Signora Enz posso entrare, ho proprio bisogno di lei”.
Certo cara Luci entra pure, accomodati, dimmi”.
E la vecchina sedendosi accanto alla finestra, da dove poteva vedere il suo giardino fiorito, le fece segno di sedersi sulla poltrona accanto a lei.
Cara signora ho nel cuore un grande dispiacere, non ho figli, sono sposata da tanto tempo, ne desidero uno con tutto il cuore
Cara Luci, ti preparerò con i ferri un piccolo cappello da neonato, tu tienilo sempre vicino al tuo cuore, vedrai che il tuo desiderio si avvererà”.
La vecchina preparò un cappellino bianco, piccolo e soffice, Luci lo ebbe dopo pochi giorni. Da quel momento lo tenne sempre con sé e un bellissimo giorno si accorse di aspettare un bimbo.
Dopo nove mesi nacque Aria e la felicità di Luci fu completa.
La notizia del prodigio si sparse in tutto il paese e anche oltre, dalla vecchina Enz andava tanta gente, lei ascoltava tutti i desideri, poi si metteva al lavoro e, cosa strana,i sogni si avveravano.
TOZ

Un brutto giorno però.....
Dalla cara e magica vecchina si recò uno straniero, non era di Roz, indossava un vecchio cappotto nero, lungo fino ai piedi, in testa aveva un cappellaccio dello stesso colore, occhiali scuri gli coprivano completamente il volto.
Bussò alla porta della vecchina che, come al solito, era seduta sulla poltrona accanto alla finestra.
Quella mattina aveva avuto una premonizione, si sentiva strana, le mani le tremavano e durante la notte un incubo l'aveva terrorizzata.
Aveva sognato di essere prigioniera in un castello tetro e freddo, lei cercava invano i suoi magici ferri da maglia per poter lavorare ma, inspiegabilmente, non riusciva a trovarli.
Senza di essi si sentiva disperata perché non poteva aiutare chi aveva bisogno di lei.
Una guardia, inoltre, l'aveva spinta in una stanzetta buia e fredda, ridendo sguaiatamente aveva chiuso la porta a chiave e le aveva gridato “Resterai chiusa in questa stanza fino alla morte!”
Si era svegliata sudata e disperata e adesso... questa visita
inaspettata!
Come al solito la signora Enz disse “Entra pure, la porta aperta!”
Quello strano personaggio entrò e si avvicinò alla vecchina, era enorme e straordinariamente pauroso.
Cosa vuole da me!” urlò la signora Enz ma ad un tratto si sentì senza forze, chiuse gli occhi e venne avvolta da un fumo denso.
Si sentì trasportata in un luogo lontano, era inconsapevole del proprio corpo, le sembrava di fluttuare nell'aria, avvertiva che qualcosa di strano le stava accadendo, ma non riusciva a contrastare quelle forze oscure.
Ad un tratto si accorse che qualcosa era cambiato; aprì piano piano , prima un occhio poi anche l'altro. Si trovava in una stanza in penombra ed era distesa su di un letto, le persiane erano socchiuse e una luce livida filtrava tra le imposte, permettendole di mettere a fuoco la stanza.
La signora Enz si girò sul fianco destro con cautela, aveva paura di essersi fatta male durante il trasporto, si toccò le gambe e le braccia, sembrava tutto a posto, ma la cosa strana era che la consistenza dei suoi muscoli era cambiata, non era più magra e scarnita, come naturalmente avviene nelle persone anziane, ma i suoi arti erano sodi. Il cuore iniziò a batterle velocemente, si mise a sedere e si accorse che non le faceva
male la schiena, come ormai avveniva da alcuni anni.
Anzi si era messa a sedere con una agilità che lei ormai non ricordava di avere. Doveva farsi forza, si alzò dal letto e altra cosa strana, era dritta come un fuso, l'abito che prima le arrivava alle caviglie adesso le copriva appena le ginocchia.
Prima aprì le imposte e poi si avvicinò allo specchio.
Meraviglia, il volto che si specchiava non era quello solito della vecchina Enz, con le sue sagge rughe, ma era quello di una giovane e bella ragazza che aveva la pelle liscia e lucente, le labbra rosse e carnose con i denti perfetti e bianchi, dei folti capelli neri ma, gli occhi, avevano una consapevolezza e una profondità che solo la gentile signora Enz possedeva.
Cosa le era successo? Chi era si chiese, quel losco signore che era andata a trovarla a Toz, l'aveva rapita e condotta in quella lugubre casa? Avesse avuto almeno i suoi magici ferri! “L'importante, si disse, è restare tranquilla, aspettare che qualcuno entri nella stanza per chiedere spiegazioni”.
Così pensando si rimise a letto.
A ROZ

A Roz, si erano accorti della sua scomparsa e il sindaco, signor From, aveva indetto una riunione a cui dovevano partecipare tutti gli abitanti, in modo da decidere su cosa fare ma soprattutto bisognava raccogliere tutte le segnalazioni possibili.
Cari concittadini, la situazione è grave. Per la prima volta nel nostro paese è scomparsa una persona, da due giorni non abbiamo notizie della signora Enz, chi di voi avesse qualche informazione è pregato di comunicarla immediatamente!”
Io ho visto un signore con un mantello nero camminare per la strada vicino alla mia casa” disse Pao.
A me un uomo con gli occhiali neri mi ha chiesto se conoscevo
una vecchina che lavorava a maglia, ma sono scappato e non gli ho risposto!” intervenne Liuc un bimbo di otto anni.
Invece io ho detto che non conoscevo nessuna signora Enz” disse la bidella” con quegli occhiali neri non mi convinceva”.
Cari amici, per caso l'uomo di cui parliamo era molto alto?” chiese il sindaco.
Si” risposero all'unisono.
La situazione è grave. Quell'uomo è lo stregone Toz, sarà difficile rintracciarlo, comunque faremo di tutto per riportare tra noi la cara Enz. Tornate a casa vi faremo sapere”.
Tra un brusio generale la riunione si sciolse.
La cosa strana è che l'atmosfera a Roz era improvvisamente cambiata. I genitori tenevano i bambini per mano e non li lasciavamo soli neppure un momento, il sole sembrava meno luminoso, nuvole scure erano pronte all'orizzonte a coprire il cielo, la bidella non aveva più voglia di preparare biscotti e anche gli insegnanti erano incupiti, i bambini malinconici, non erano abituati alla tristezza. Nel frattempo...
ENZ…RAPITA!

Enz si era messa comoda nel letto rimuginando sul da farsi, ad un tratto...
Permesso, signora sono la cameriera ho l'ordine di accompagnarvi nel salone”.
Queste parole erano state pronunciate da una gatta di proporzioni più grandi del solito, camminava sulle zampe posteriori, in testa aveva una crestina inamidata bianca ed un grembiule dello stesso colore, accompagnò le parole con un inchino, Enz sobbalzò alla sua vista, la sua gatta era sicuramente normale, non come questa, ma facendo buon viso a cattivo gioco, si alzò dal letto e la seguì.
Avanzarono in un oscuro corridoio, lungo e freddo sul quale si affacciavano numerose stanze chiuse da enormi porte che sembravano blindate. Dietro di esse si sentivano gemiti e richieste di aiuto, un brivido di paura scosse Enz ma, imperterrita, continuò a camminare fino a quando giunsero in un grande salone. Era illuminato da migliaia di candele appese ai muri in pietra, in fondo alla stanza vi era un baldacchino che dal bagliore che emanava era sicuramente d'oro, entrando la gatta-cameriera si era inchinata e continuava a camminare con il muso che quasi toccava terra.
Fece segno ad Enz di fare altrettanto, ma la giovane donna con atto di sfida, a grandi passi raggiunse il trono e gridò “ Come ti permetti di tenermi prigioniera in questo posto orrendo! Chi sei, cosa vuoi da me? Riportami a casa, a Roz hanno bisogno di me!”
Un ruggito spaventoso uscì dalla gola di quell'uomo “Come osi parlarmi con questo tono! Abbassati fino a terra, io sono il signore di queste terre, ho potere di vita e di morte su tutti gli esseri viventi, anche su di te, chiedi scusa se non vuoi morire fra mille tormenti!”.
Enz per nulla intimorita “Io non ti appartengo tu sei solo un mostro, non ti chiederò mai scusa, puoi anche uccidermi, ma non ti conviene visto che sicuramente hai bisogno di me, se mi hai rapito!”.
Hai la lingua tagliente ma saprò renderti mansueta, sei in mio potere! Gatta riportala nella sua stanza!”
A questo ordine l'animale spinse Enz, per nulla intimorita, fuori dal salone e la riportò nella sua stanza.
Qui trovò un cesto di vimini con della frutta fresca, prese una succosa pesca e la mangiò avidamente, sbucciò anche una banana e bevve da una brocca di cristallo dell'acqua fresca,
Si coricò nel letto e si addormentò.
Ben presto sognò il suo amato paese, rivide la sua casa, le strade, gli amici che aveva aiutato con i suoi magici lavori, poi cadde in un sonno senza sogni.
FROM IL SINDACO

A Roz intanto il sindaco si era chiuso nel suo ufficio, aveva tirato le tende e acceso un lume antico che con una flebile luce illuminava una sfera di cristallo situata sulla scrivania.
From la prese tra le mani e la riscaldò strofinandola sulla manica della sua giacca, a poco a poco la sfera cambiò colore da trasparente si fece gialla, poi rossa. Infine all'interno apparve una enorme bocca che sussurrò ”Cosa vuoi mio padrone?”
Caro amico Rem, dal mio paese è scomparsa la magica vecchina Enz, sai dove si trova?”
È una situazione grave, lo stregone Toz l'ha rapita e portata ai confini del mondo, nel suo maledetto castello di Mom.
Difficile sarà riportarla a casa, deve essere Enz a trovare il modo di fuggire utilizzando i suoi magici lavori. Ti consiglio però, di tenere sempre acceso un grande falò in piazza, così quando la prigioniera riuscirà a fuggire vedendo i bagliori delle fiamme troverà la strada di casa.”
Così dicendo l'enorme bocca svanì poco alla volta e la sfera riprese la sua normale trasparenza.
From la posò con cautela sulla scrivania, riaprì le tende e chiamò il suo fedele amico Gen raccontandogli tutto quello che aveva saputo. Insieme andarono nella piazza principale del paese, raccolsero tanta legna e accesero un bel falò.
Chiamarono a raccolta tutti gli abitanti del paese e, senza specificare il perché, non volevano spaventarli, dissero loro che era assolutamente necessario tenere acceso il fuoco giorno e notte, si sarebbero approntati dei turni allo scopo, ciò era importante per riportare a casa la signora EnzIntanto un vento freddo e bizzoso aveva iniziato a soffiare su Roz. Cercava in tutti i modi di spegnere il falò, gli uomini allora costruirono un paravento con delle canne per ostacolare i refoli di vento.
Iniziò così l'attesa...
ENZ A MOM

Passò la notte e la mattina dopo, appena sveglia,la signora Enz iniziò a smontare il cestino della frutta, voleva costruire dei ferri da maglia, le erano necessari per le sue magiche realizzazioni.
Mentre lavorava stava attenta ad ogni piccolo rumore, appena avvertiva uno scalpiccio fuori dalla stanza, subito si interrompeva, si stendeva sul letto, chiudeva gli occhi e faceva finta di dormire.
Dopo svariate interruzioni riuscì a creare due ferri da calza abbastanza verosimili, li nascose sotto il materasso. Adesso doveva procurarsi del filo da lavorare. Si guardò intorno e si accorse che la coperta del suo letto era di lana. La prese, se la rigirò fra le dita e trovò il filo d'inizio e piano, piano, facendo molta attenzione iniziò a sfilarla. Ogni piccolo rumore la faceva sobbalzare, per cui immediatamente smetteva e stava ad ascoltare. Ad un certo punto entrò la gatta-cameriera che le portò del latte con i biscotti annunciandole che l'indomani avrebbe dovuto presentarsi al suo padrone Toz per importanti comunicazioni.
Quando se ne andò riprese a sfilare la coperta di lana. Si era fatto ormai tardi, Enz bevve il latte, si mise a letto e dormì. Sognò ancora una volta il suo paese, ma non era quel luogo felice e sereno che lei ricordava, la pioggia e il vento erano incessanti e i suoi cari paesani sentivano tanto la sua mancanza.
Nel paese di Roz la vita continuava anche se tutto era cambiato, il sole non si vedeva ormai da giorni ed effettivamente, come aveva sognato Enz, la pioggia e il vento erano quotidiani.
I paesani continuavano, tra le difficoltà, a mantenere acceso il falò.
L’indomani nel castello....
Gatta porta qui la signora Enz, ho bisogno di lei! Subito!”.
La povera gatta-cameriera chiese alla prigioniera di fare presto, era inutile far attendere il padrone anzi, era controproducente perché quando si arrabbiava era capace di uccidere con le proprie mani chi gli capitava vicino, Enz a queste parole si affrettò a darsi una sistemata ai capelli e all'abito e seguì l'inserviente.
Come la prima volta, ripercorsero il corridoio sempre più buio e freddo e giunsero nel salone, lo stregone era anche più terrorizzante del solito, dalla bocca fuorusciva della bava e gli occhi erano iniettati dal sangue. Enz avanzando verso di lui si accorse che era sofferente, qualcosa lo faceva stare male, ma cos'era si chiese. Oh se avesse avuto i suoi magici ferri avrebbe potuto risolvere la questione.
Perché mi ha fatto venire qui?” chiese con voce tremante Enz.
La tua fama ha varcato i confini del mondo, tutti parlano delle tue creazioni e io ho bisogno di te. Voglio che il mio castello risuoni di gioia, di felicità, voglio che il sole faccia capolino tra le finestre, voglio sentire risa di bimbi, ma tutti si allontanano da me. Aiutami ad essere felice!”.
Queste parole sbalordirono Enz, dov'era finita l'arroganza, la prepotenza, la cattiveria, aveva dinanzi un povero essere infelice che invece desiderava essere come gli abitanti di Roz.
Posso avvicinarmi?” chiese Enz, al suo cenno di assenso lo fece e timidamente avvicinò la sua mano, alquanto tremante, al petto di Toz, voleva ascoltare il suo cuore, sentire se era sincero.
Ma si accorse di non sentire alcun battito, il mostro non aveva cuore!
Tastò il possente petto, ma non sentiva nulla, guardò interrogativamente Toz “Ma il tuo cuore dov'è?”.
È stato trasformato in pietra quando ero piccolo, perché così, non avrei sofferto. Invece ora mi accorgo di sentirne la mancanza, di desiderare il suo battito, di voler soffrire o gioire come tutti! Aiutami, ti lascerò libera se esaudirai i miei desideri”.
Per aiutarti devo avere i miei ferri da calza e della lana colorata”.
Li avrai al più presto. Grazie!”.
Gatta-cameriera non credeva alle sue orecchie, grazie, non aveva mai sentito pronunciare questa parola al proprio padrone.
Enz, tornando alla sua stanza si sentiva più tranquilla, forse non tutto era perduto.
Immediatamente, appena fu sola, prese i ferri dal nascondiglio, il gomitolo di filo che si era procurata e iniziò a lavorare, in poco tempo realizzò un piccolo cuore, il problema ora era darglielo e poggiarglielo sul petto, ma la cosa più importante era una sola: Toz voleva davvero cambiare?
In realtà lo stregone rideva divertito, avrebbe scoperto il segreto di Enz, lo avrebbe fatto suo, poi….l’avrebbe potuta uccidere con tranquillità.
Altro che sincero!!!
GATTA-CAMERIERA

Enz decise di chiedere aiuto alla gatta-cameriera, non appena fosse entrata nella stanza. Nel frattempo avrebbe sfilato ancora la coperta, voleva realizzare un sole, forse così avrebbe rischiarato quell'ambiente così tetro e freddo.
Lavorò per un numero indefinito di ore, fino a quando sentì arrivare la gatta-cameriera.
Cara gatta ho bisogno del tuo aiuto, mi racconti la storia del tuo padrone? Solo così riuscirò ad aiutarlo”.
Non so se faccio bene a parlarti, non dovrei dirti nulla, facendolo rischio la vita, ma voglio aiutarti. Forse tu sei l'unica speranza che ho per cambiare la mia situazione.
Toz, il mio padrone, non è stato sempre così. So che da piccolo era un bambino come tutti gli altri, amato dai genitori e dai sudditi. Un brutto giorno il paese di Mom venne invaso dai nemici del re e Toz rapito. I genitori si rivolsero a maghi e stregoni per ritrovarlo. Solo uno, Set, riuscì a farlo ma, in cambio, volle il paese di Mom e lo trasformò in un luogo pieno di rabbia e dolore; inoltre trasformò il cuore di Toz in pietra, rendendolo così, insensibile a tutto. Pensa che fu lui ad imprigionare i genitori in una segreta del castello, i lamenti che senti nel corridoio sono dei prigionieri che si trovano dietro quelle porte ormai murate da anni. Io stessa sono stata catturata dalle guardie di Toz, la mia casa è a Frat, tutti gli abitanti sono felini intelligenti e parlanti, ho una famiglia di cui non so più nulla. Se il mio padrone volesse veramente tornare felice forse, mi lascerebbe libera!”
Forse posso aiutarti. Non so se credere alla sincerità di Toz, alla sua richiesta d'aiuto, comunque ho realizzato questo cuore. Cucilo nella parte interna della maglia che di solito indossa, speriamo che funzioni. Poi incolla questo sole sul vetro della finestra più alta del castello. Devi farmi un altro favore: procurami della lana bianca, verde, gialla, bastano pochi gomitoli, l'ho chiesta al tuo padrone, sono passati alcuni giorni inutilmente, non credo che mi accontenterà.”
Spero di poter fare ciò che mi chiedi, ora mangia“ e così dicendo si nascose sotto il grembiule i lavori fatti da Enz e andò via.
PASSANO I GIORNI A ROZ E MOM

A Roz gli abitanti erano sempre più incupiti, continuavano a tenere acceso il falò, ma i giorni passavano senza notizie positive.
La disperazione, che non avevano mai conosciuto, cominciava a farsi strada con degli episodi di intolleranza tra i cittadini. Era scoppiata una rissa fra alcune persone che si incolpavano a vicenda di non essere pronti per i turni al fuoco.
Anche a Mom non c'erano cambiamenti evidenti, la gatta-cameriera aveva fatto tutto quello che le era stato chiesto, Enz però non aveva perso la speranza. Di nascosto aveva realizzato dei fiori con la lana colorata, che gatta-cameriera le aveva procurato di nascosto, quel giorno era decisa a donarli a Toz, che non l'aveva più chiamata. Chiese quindi di essere accompagnata da lui,doveva parlargli, era importante.
Così si ritrovò nel gelido salone, Toz era anche più furioso del solito per essere stato disturbato, accolse Enz in malo modo ma lei non si scompose e si avvicinò.
Ho preparato dei doni per te”, disse porgendogli i fiori di maglia, “guarda che colori, immagina la tua reggia colorata, chiudi gli occhi, pensa come ti sentiresti sollevato, se potessi sentirti amato, benvoluto da tutti”.
La voce calma e suadente sembrò tranquillizzare Toz che effettivamente chiuse gli occhi, Enz così si avvicinò e posò la sua mano dove doveva trovarsi il cuore di lana. Improvvisamente una luce si diffuse sul petto di Toz che, dapprima sorpreso, aprì gli occhi poi, a poco a poco, un sorriso aleggiò sul suo volto. Dalla sorpresa l'espressione passò alla beatitudine e finalmente la sua bocca si aprì in una fragorosa risata.
Nel salone un raggio di sole entrò illuminandolo, tutto sembrava cambiato, Enz si sentiva senza forze e si accasciò a terra.
Si risvegliò nel letto della sua camera la gatta-cameriera era accanto a lei, con le lacrime agli occhi le chiese “Sono riuscita a renderlo felice?”
Si cara tutti i nostri desideri si sono realizzati, ora è tempo che torni a Roz, ti aiuterà Toz, ti aspetta”.
Enz si alzò prontamente, baciò la gatta-cameriera e andò nel corridoio dove l'attendeva lo stregone Toz. Era effettivamente cambiato, il volto disteso, premuroso, attento e soprattutto il corridoio era pieno di persone indaffarate che parlavano, scherzavano, correvano..
Vieni Enz, ti riporto a casa, grazie”.
FINALMENTE A CASA

Come la volta precedente avvolse Enz nel mantello facendole perdere i sensi.
Toz ed Enz fluttuavano nel tempo e nello spazio quando seguendo un filo di fumo che si faceva sempre più intenso raggiunsero Roz e la casa della vecchina. Lo stregone la pose sul letto, la baciò con gratitudine e lasciò sul comodino una pietra a forma di cuore e svanì.
Enz aprì faticosamente gli occhi, temeva di essere ancora a Mom ma non era così.
Era nella sua adorata casa, fra i suoi oggetti però si accorse con una punta di rammarico che la sua giovinezza non c'era più, era tornata ad essere la deliziosa vecchietta.
Non importava ora non le restava che annunciare a tutti il suo ritorno, era importante. Con lei sarebbe tornata la felicità a Roz.
Voltandosi vide sul comodino il cuore di pietra, lo prese e si accorse che non era freddo ma tiepido, l'amore e la gioia erano tornati anche per Toz.
E gatta-cameriera fece ritorno a Frat ?..
Questa è un’altra storia…..


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