VIVA L'ITALIA
Sono davanti ad
un foglio bianco, rifletto. Non mi decido a mettere giù alcuna idea.
Domani: 17
marzo, festa 150 anni dell’Unità d’
Italia, cosa dirò ai miei alunni?
Onestamente non
è facile, potrei parlare di storia, di uomini, di eroi, di fratellanza e
piazze, di tradizioni e poeti tra San
Pietri e Madonne, fra progresso e peccato, ma…dinanzi agli occhi, mi passano
tanti volti: Luigi, sulla sedia a rotelle, ha trent’ anni, ha deciso di
iscriversi a scuola perché troppo solo,
non lavora, nessuna possibilità per lui di un’occasione.
Cristha, origine albanese, da poco in Italia,
crede di essere nel “ bel paese”. Lei è felice, nonostante tutto. Alcuni giorni
fa mi ha confidato che non pagano il padre da due mesi, a causa della crisi
economica.
Francesco, il
padre lavora a Torino, in Sicilia non ci sono opportunità.
Federica,
i genitori sono insegnanti precari, quest’anno non potrà andare in gita
in Spagna con i compagni, è l’ultimo anno di scuola, peccato! Tanti volti
delusi che aspettano le mie parole……
“Mio fratello è
laureato, non trova lavoro, in compenso in un colloquio lo hanno scartato per
privilegiare il figlio di…”
Questo lo sfogo
di Tommaso, ed io ad incoraggiarlo, a dare ipocrite speranze in un’Italia che
in realtà presta attenzione all’appartenenza
e non al merito, all’apparenza e non alla sostanza…
Quanti problemi
irrisolti, ma un cuore grande così in quest’Italia. Ecco parlerò di questo ai
miei ragazzi , parlerò di Lampedusa, delle migliaia di clandestini aiutati
dagli abitanti dell’isola.
Racconterò loro
dei ricercatori italiani che lavorano, spesso, con uno stipendio da fame
eppure, non si tirano indietro per amore dello studio, per una ricerca che dia
speranza, nonostante la precarietà.
Dirò dei volontari il cui agire è un
imperativo categorico : il bene per il bene.
Rivedremo la
storia delle città, dei borghi colpiti dal terremoto che non meritano di morire,
ma che devono rivivere perché tutta questa bellezza, senza navigatore, torni a
risplendere, con l’aiuto di tutti gli italiani.
Parlerò della
scuola, del suo splendido compito:
donare cultura, capacità critiche, dare facoltà di giudizi ponderati e
consapevoli. E se lo sguardo andrà sulla muffa che ricopre le pareti dell’aula,
lo volgerò altrove e guarderò i giovani volti dei miei ragazzi, parlando cercherò di spazzar via le speranze
deluse in un futuro migliore.
A pensarci bene l'Italia unita non è quella di
chi "mangia una volta, chi vuole l’aumento, chi cambia la barca felice e
contento".
L'Italia vera è quella che si stringe intorno
a chi soffre, che condivide le difficoltà del vivere quotidiano, quella in cui
tutte le donne alzano la testa affermando la loro dignità infranta dinanzi alla
società che da sempre le considera di serie B e che lottano contro le violenze. E’ quella dove gli studenti si
uniscono per avvalorare l’importanza dello studio e delle idee.
Ho deciso
inizierò così : Viva L'Italia, l'Italia che lavora, l’Italia dove tutti sono
uguali perché semplicemente... uomini !
NUCCIA
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