Maria lavorava come cameriera in un piccolo ristorante di Santa
Lucia, ridente paesino del messinese. Era efficiente e gentile, molto ammirata
sia per la sensualità del suo corpo sia per l'aurea di mistero che la avvolgeva.
Il signor Tony era contento di aver ascoltato il suo sesto senso
quando l'aveva assunta, nonostante non avesse credenziali. Sua moglie Teresa
aveva "storto il naso", era gelosa dell'altrui bellezza, lui non
aveva sentito ragioni. Gli avventori erano aumentati “Inutile, amava dirsi, la
bellezza fa cassa.”
Maria non dava retta a nessuno, prendeva gli ordini, sorrideva con
molto distacco, se qualcuno si permetteva di toccarla, anche scherzosamente, si
girava di scatto e gli occhi di brace lo polverizzavano, subito giungevano le
scuse.
La vita di Maria era molto regolare, abitava in una piccola casa,
viveva sola, non aveva amici, né maschili né femminili e di parenti nemmeno
l'ombra. La mattina si alzava sempre alle otto, i paesani avevano osservato che
apriva le imposte della sua casa, metteva sul davanzale le lenzuola ad
arieggiare, se il tempo lo permetteva, usciva nel piccolo cortile e porgeva la
ciotola con il latte al fedele cane lupo e lo accarezzava con grande affetto.
Alle undici e trenta si recava alla trattoria del signor Tony, iniziava il
primo turno di lavoro fino alle quindici, tornava a casa e usciva alle
diciannove per riprendere il lavoro, fino alle ventitré per poi tornare
definitivamente a casa. Questa routine durava ormai da tre mesi, sempre uguale,
ripetitiva. Le vecchiette del paese, osservavano e dicevano “Questa qui non ci
piace, c’è qualcosa che non va. Non cerca nessuno e nessuno la cerca. E' mai
possibile? Nasconde sicuramente qualcosa!”
E un giorno...
Francesco Meri giovane detective si ritrovò, dopo un lungo periodo
di lavoro a Milano, nel piccolo paese del messinese, invitato dal suo amico
Saverio che da poco aveva preso servizio, come maresciallo dei carabinieri
nella stazione del luogo. Dopo un periodo a Catanzaro, Saverio si sentiva in
paradiso, lavoro tranquillo, niente stress, cibo ottimo e grande rispetto da
parte dei paesani. Aveva telefonato al suo grande amico Francesco “Vieni a
trovarmi, qui posto ne ho tanto, vedrai buon cibo e tanta tranquillità. Ti
aspetto non puoi dirmi no! ... Così si era ritrovato ospite dell'amico.
Effettivamente aria salubre, stress zero, mare non troppo lontano e quella
favolosa trattoria dove il cibo era squisito. Quando per la prima volta aveva
visto Maria era stato come un dejavou, era come rivivere un episodio, ma poi si
era fatto soggiogare da quel volto. Non riusciva a dormire, a riposare, quegli
occhi gli erano entrati nell'anima. Il suo amico Saverio glielo aveva detto ”E'
inutile parlarle, pensarla, chiedere, lei non dà retta a nessuno. Cosa credi, anch’io
avevo fatto un tentativo. Niente, ti allontana gentilmente. E' un mistero la
sua vita!” Francesco non aveva intenzione di lasciar correre, ogni notte era un
inferno, il desiderio di lei lo bruciava. Una sera, quando lei aveva terminato
il turno di lavoro, l'aveva seguita ed era stato gran parte della notte vicino
alla sua casa. Il cane lo aveva avvistato, era dovuto andar via a causa
dell'abbaiare furioso che aveva svegliato l'intera zona.
Francesco comunque era deciso a contattare Maria, gli era entrata
nel sangue, nella mente, nel cuore, anche se un tarlo lo tormentava sempre...
era quel qualcosa di già visto o sentito che nella memoria faceva capolino.
Continuava a soggiornare a Santa Lucia, durante le mattinate
faceva lunghe passeggiate nei dintorni, andava nelle vallate limitrofe a
parlare con i pastori e i contadini. Quando il tempo lo permetteva, saliva fin
sul colle e giungeva al castello e alla bellissima chiesa della “Madonna della
neve”. Ammirava un panorama mozzafiato allungando lo sguardo fino al
promontorio di Milazzo e, se il cielo era terso, poteva anche avvistare le
isole Eolie, sul mare cristallino svettavano maestose nella loro bellezza. Ma,
la sera, nulla riusciva a trattenerlo dalla trattoria “Da Tony”.
Era ormai un habitué, si sedeva nell' angolo a destra della stanza,
da cui poteva guardare indisturbato Maria che serviva ai tavoli. Di solito
ordinava il piatto del giorno, mangiava in silenzio e sottecchi non la perdeva
di vista mentre svolgeva il suo lavoro.
Saverio lo prendeva regolarmente in giro “Vedrai non riuscirai nel
tuo intento, Maria è inespugnabile!”
Tuttavia Francesco non desisteva. Si trovava a Santa Lucia da
dieci giorni e le sue ferie stavano per finire, quella sera le avrebbe parlato
“Ora o mai più” si disse.
Erano le venti, si preparò con più cura del solito, ripercorse la
stradina a ciottoli che lo avrebbe condotto alla trattoria. Il cuore gli
batteva all'impazzata, come dopo una lunga corsa, la camicia azzurra che s’intonava
perfettamente con i suoi occhi era già sudata, lui si sentiva come prima di un
colloquio di lavoro, era teso ma deciso. Si ripeteva continuamente ciò che le
avrebbe detto “Signorina Maria vorrei parlarle ecc...”
Con questi pensieri non si accorse di essere ormai giunto a
destinazione, aprì la porta, entrò, si sedette al solito posto. Maria si
avvicinò “Questa sera desidera il piatto del giorno? Io le consiglierei lo
“stocco a ghiotta messinese” è davvero buono”.
“Signorina Maria io desidero lei!” Rispose d'un fiato Francesco
con lo sguardo perso nel suo volto.
“Ma Francesco, allora non mi hai proprio riconosciuta! Eppure il
servizio militare lo abbiamo fatto insieme, sono Mario Cervi! Ho deciso di
cambiare sesso circa quattro anni fa, poi mi sono rifugiata in questo paesino
per allontanarmi da tutti. Sai non è stato facile!”
Francesco confuso “Però sei riuscita proprio bene” poi,
riprendendosi “Vabbè portami lo stocco!”
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