lunedì 10 ottobre 2016

Quando




Quando ti vivo, Milazzo mia,
avverto il cor che s’apre su orizzonti senza limiti,
laddove cielo e mare si  saldan  in un unico abbraccio.
L’ onda che sciaborda, come  nenia  celestiale,
mi porta a tempi andati, che vedean le donne lavar la lana
nell’ acque tue di blu profonde.
Quando lontana son da te, Milazzo mia,
la nostalgia mi stringe il petto,  chiudo gli occhi,
 così mi par di camminar lungo acciottolii pietrosi
 che al maniero, sovrastante  la tua piana, conducon.
 E sembrami  d’udir, se presto orecchio ,
 lo sferragliar di cavalieri  che al bastione  giungono prostrati
 e della storia son divenuti memoria.
Quando sogno di te, Milazzo mia,
delle chiese odo le campane,
rivedo gli altari  istoriati d’ umana arte,
con  gli affreschi   innalzanti  alla gloria,
cui la mano dell’uomo  al divin han fatto dono.
Quando spero di  te, Milazzo mia,
vorrei che  amor  t’avvolgesse tutta, come manto che tutela.
Mi piacerebbe che  rispetto  di storia e di  natura tua
fosser  il primo pensier  per tutti,
perché di tale incanto si possa ancor godere
 e non rivivere o rimpiangere  su cartoline ingiallite dal tempo.
T’amo Milazzo mia.
Nuccia Isgrò 

Immagine dal web

ò

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