Quando ti vivo, Milazzo mia,
avverto il cor che s’apre su orizzonti senza limiti,
laddove cielo e mare si saldan in un unico abbraccio.
L’ onda che sciaborda, come
nenia celestiale,
mi porta a tempi andati, che vedean le donne lavar la lana
nell’ acque tue di blu profonde.
Quando lontana son da te, Milazzo mia,
la nostalgia mi stringe il petto, chiudo gli occhi,
così mi par di
camminar lungo acciottolii pietrosi
che al maniero,
sovrastante la tua piana, conducon.
E sembrami d’udir, se presto orecchio ,
lo sferragliar di
cavalieri che al bastione giungono prostrati
e della storia son divenuti
memoria.
Quando sogno di te, Milazzo mia,
delle chiese odo le campane,
rivedo gli altari
istoriati d’ umana arte,
con gli
affreschi innalzanti alla gloria,
cui la mano dell’uomo al divin han fatto dono.
Quando spero di te, Milazzo
mia,
vorrei che amor t’avvolgesse tutta, come manto che tutela.
Mi piacerebbe che rispetto
di storia e di natura tua
fosser il primo
pensier per tutti,
perché di tale incanto si possa ancor godere
e non rivivere o
rimpiangere su cartoline ingiallite dal
tempo.
T’amo Milazzo mia.
Nuccia Isgrò
Immagine dal web
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