Tocco
le tue mani.
Come
strade impervie
le
vene segnano la pelle.
Sono
sentieri scoscesi,
s’
inerpicano
lungo le nocche nodose.
Le
unghie perlacee,
sono
simili a laghi,
tormentati
da venti imperiosi
che
tagliano la nuova linfa.
Osservo
i palmi.
Sono
morbidi
come
cute di bimbo,
lisci
come implumi pennuti.
Li
accarezzo,
ricordo si
poggiavano
sul mio capo
per
poi lasciarsi ricadere.
E’
passato tempo da allora,
ora,
le tue mani immobili
aspettano
protezione.
Sono
le mie mani
ad accarezzare il tuo capo,
ad
aiutarti nel quotidiano affanno.
L’amore
ricevuto è ricambiato.
Ricordando mio padre
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