La bambina che parlava alla Luna
Luce era una bambina speciale perché non
voleva parlare pur sentendoci benissimo.
Quando era nata, nove anni fa, mamma e
papà si erano innamorati di questa bambina bellissima, bionda e rosea come un
fiore, una boccuccia simile ad un bocciolo e delle manine paffute che
sembravano voler acchiappare tutto, anche l’aria. Crescendo era diventata
sempre più bella, unico cruccio continuava a non voler parlare pur sapendolo
fare.
I medici dopo infinite visite ed esami
avevano detto ai genitori che la bambina stava benissimo perché poteva parlare
ma lo avrebbe fatto solo quando lo avesse voluto, con chi lei gradiva o le
ispirava fiducia.
Luce e la luna
Un luogo amato particolarmente da Luce
era la Baia del Tono, posto magico di Milazzo dove si raccontava vivessero le
Sirene.
Papà e mamma la portavano spesso perché
fin da subito si accorsero che la bimba ne era ammaliata. Appena vi arrivava,
Luce si fiondava sulla spiaggia e sottovoce sembrava mugolare una canzone. Era
come una dolce nenia, senza parole solo un impercettibile “mmmmmh” che toccava
le corde del cuore per la sua dolcezza. Se il mare era calmo Luce entrava in
acqua e non ne usciva più, giocava felice in pace con se stessa e la natura. Se
invece il mare era tempestoso si sedeva sulla spiaggia, lo osservava
attentamente e poi su un foglio riproduceva le onde. Era talmente brava che
anche molti curiosi le si avvicinavano per osservare meglio i suoi disegni, i
complimenti fioccavano a profusione!
Gli anni passavano e Luce cresceva
sempre bellissima e con un gran talento nel disegno, ma di comunicare con tutti
proprio non ne aveva voglia.
Mamma e papà iniziavano a preoccuparsi
seriamente, come avrebbe potuto Luce trovarsi bene in un ambiente estraneo o in
uno lavorativo se non avesse parlato, poi una notte…
La Luna
Avevano cenato presto, mamma e papà
erano stanchi dopo una lunga giornata di lavoro. Luce si era soffermata in
balcone a guardare le stelle. Il cielo l’aveva da sempre affascinata, sognava
di poter viaggiare nello spazio…lo aveva confidato a Maria, la sua amica
preferita e l’unica con cui scambiava i propri pensieri. Le aveva detto
<<Da grande farò l’astronauta perché voglio andare tra le stelle.>>Maria
l’aveva guardata e dopo averla abbracciata le aveva risposto <<Allora
devi iniziare a parlare con tutti. Quando sarai tra le stelle dovrai comunicare
con i tecnici dell’aereonautica.>>
Luce l’aveva guardata e poi aveva
abbassato la testa…a questo non ci aveva pensato. Aveva ragione Maria, era ora
di iniziare seriamente a parlare.
Quella sera sul balcone guardando la
Luna si era ripromessa che qualche parola in più l’avrebbe detta. Così
guardando lo splendido pianeta, che quella notte faceva bella mostra di sé,
dopo un sospiro intenso disse<<Cara Luna io voglio raggiungerti, tu che
sei così bella dimmi: potrò parlare proprio a tutti senza che gli altri ridano
di me?>>
E con occhi pensosi ammirava il cielo come
se si aspettasse una risposta….
Ma la Luna stette immobile e zitta.
Luce rientrò in casa, chiuse le porte che davano sul balcone e andò a dormire.
Luce deve parlare
Si crogiolava nelle supposizioni Luce,
doveva parlare, assolutamente parlare.
È vero lei non amava farlo ma adesso
era arrivato il momento giusto. Voleva diventare come “AstroSamantha”? E allora
doveva iniziare a interloquire con gli altri. Chiamò il gatto Cagliostro, nome
un po' strano per un gatto così dolce, <<Psss…psss>> E subito un
miagolio di risposta si sentì. Lo prese in braccio e iniziò <<Piccolino
mio>>sussurrava pianissimo Luce<<aiutami tu>>
Il gattino la guardava sbalordito, non l’aveva
mai sentita parlare. Per dimostrare che aveva compreso, con la zampetta le
toccava il volto e miagolava flebilmente come se volesse incoraggiarla.
<<Piccolino...io ho paura di
parlare. La mia voce è brutta >> sussurrava Luce <<una volta ho
sentito l’amica di mamma, la signora Carmela, che diceva quanto fosse
sgradevole la mia voce. Pensa io ero piccina e semplicemente piangevo, ricordo
ancora lei con le mani sulle orecchie!>> iniziò a singhiozzare Luce. Il
gattino spaventato sgattaiolò via. Si rigirava nel letto Luce, non sarebbe
stato facile lo sapeva, ma lei sulla Luna ci sarebbe andata, costi quel che
costi. Iniziò per Luce un vero e proprio rodaggio… l’indomani mattina alla
mamma che le porgeva la tazza con il latte disse <<Grazie mamma.>>
La povera donna non credeva alle
proprie orecchie, la guardò e le accarezzò la testa. Al papà che sopraggiunse
per la colazione disse <<Buongiorno papà>>
Il
pover’uomo quasi si soffocò col caffè, per la sorpresa gli era andato di
traverso…Guardò interrogativamente la moglie che rispose facendo spallucce.
<<Papà, mamma, lo so che vi ho
fatto preoccupare ma da oggi ricomincerò a parlare!>>Così dicendo prese
lo zaino e fece segno al padre che era ora di andare. In macchina durante il
tragitto Luce non disse una parola, era troppo concentrata sul da farsi…Per lei
non sarebbe stato facile. Voleva analizzare perché fino a quel momento aveva
dialogato così poco…ma non c’era tempo, l’avrebbe fatto una volta tornata a
casa, con tranquillità. Ormai era giunta a scuola…e si sa non è facile per una
bambina come lei affrontare gli altri.
Per fortuna Maria l’aspettava proprio
sul marciapiede. Appena la vide le prese la mano e insieme s’incamminarono
verso l’ingresso della scuola. “Non sono sola” pensò Luce e rivolta alla
compagna <<Grazie>>
Luce a scuola
Si sedette come sempre all’ultimo banco
insieme a Maria. Il cuore le batteva a mille, “devo farcela, devo farcela”
pensava Luce. Aveva le lacrime che spingevano dietro le palpebre, volevano
uscire prepotentemente, ma lei lo sapeva: oggi doveva essere forte. Non doveva
guardare i compagni che la deridevano per la sua timidezza, doveva pensare ad “AstroSamatha”,
la sua musa. Magari anche lei veniva presa in giro quando affermava di voler
DIVENTARE ASTRONAUTA! La maestra iniziò con l’appello, al suo nome Luce rispose
per la prima volta <<Presente!>> trenta volti si voltarono a
guardarla. Qualcuno sussurrò <<Allora parla…>> La maestra continuò
con l’appello, ma un sorriso le solcava il volto. Fu durante la ricreazione che
Francesco, il bulletto della classe, prese per le spalle Luce e con supponenza
le disse <<La bella addormentata si è svegliata…che t’hanno
baciato?>> Stava per intervenire Maria, ma Luce con grande forza di volontà
disse << Ho sempre saputo parlare, ma lo faccio con chi la merita una mia
parola!>> E divincolandosi, col cuore a mille, prese la mano di Maria per
trarne forza. La giornata scolastica trascorse serenamente per Luce ma con una
consapevolezza in più: poteva abbattere il proprio muro di paure e incertezze.
Luce e i suoi sogni
Mamma e papà apparvero più sereni nei
giorni a seguire, la loro bimba stava cambiando. Non più parole sussurrate e
frasi smozzicate, aveva iniziato ad aprirsi e a parlare. Una sera, con
Cagliostro accoccolato sulle gambe, Luce aveva spiegato ai genitori tutte le
sue paure, il terrore di non essere capita, lo sgomento del giudizio degli
altri, le prese in giro a scuola e il grande aiuto della Luna per sbloccarsi. <<Mamma,
papà voi non avete fatto nulla di male, ero io ad aver timore nell’ aprirmi
agli altri. Da grande voglio diventare astronauta e poter camminare sulla Luna.
L’ho sempre sognato, è un mio grande desiderio. E’ stata la Luna a sbloccarmi e
la mia amica Maria mi ha spronato a farlo.>>Così dicendo abbracciò i
genitori e poi sempre con Cagliostro tra le braccia andò a
sedersi in balcone ad osservare la Luna che quella sera si mostrava in tutta la
sua magnificenza!
Osservandola pensò alle parole che
Maria le aveva detto a scuola quella mattina. <<Luce durante la
ricreazione devi parlare ai nostri compagni, proprio a tutti. Devi raccontare
cosa ti faceva male, perché non parlavi. È importante. Apri il tuo cuore, ti
capiranno.>> Aveva concluso la bambina.
Non era facile ma era un passo che
avrebbe dovuto fare!
Luce e i compagni
“Oggi o mai più” pensò Luce andando a
scuola il giorno dopo. Avrebbe atteso la ricreazione, avrebbe riunito i
compagni di classe e avrebbe parlato.
Le ore sembravano lente come non mai,
finalmente si sentì la campanella della ricreazione e Luce facendosi coraggio
disse <<Potete ascoltarmi un attimo, ho qualcosa da dire a tutti>>
I compagni si guardarono negli occhi e
assentirono. Appena la maestra si allontanò per prendere un caffè Luce tenendo
per mano Maria iniziò a parlare. La voce sembrava non uscire bene, era roca,
solo dopo diversi intensi respiri tornò alla normalità…
<<Come tutti sapete per anni non
ho voluto parlare, o meglio non ho potuto. Avevo paura, paura di voi. Temevo
che la mia voce fosse brutta, roca, che ciò che potevo dire fosse fastidioso.
Sapete cosa significa quando la paura ti stringe la gola, il fiato si fa corto
e il terrore ti prende il cuore? Sapete quanto è brutto essere derisi, veder il
sorriso di scherno mentre ti guardano o sentire insulti che sono come schiaffi?
È quello che ho provato fino ad oggi ogni volta che venivo a scuola, o dovevo
andare in un negozio o in qualsiasi luogo pubblico. Ma adesso ho deciso di
cambiare. Ho un sogno da realizzare e per farlo debbo comunicare con
tutti!>>
I compagni la guardavano sbalorditi,
Luce sapeva parlare e anche bene. I più discoli guardavano a terra, si
sentivano responsabili del dolore provocato. Francesco si fece avanti, le prese
la mano e le disse <<Scusami per tutte le volte che ho riso di te, per le
spinte o gli insulti.>>
<<Certo che ti scuso>>
rispose Luce e lo abbracciò.
La maestra nel frattempo era stata
dietro la porta ad origliare, non voleva essere vista ma si sentiva orgogliosa
di quei bambini che sapevano parlarsi, confrontarsi e finalmente chiedere
scusa. Ritenne fosse arrivato il momento di rientrare in classe. I bambini
appena la videro si sedettero ai propri posti e lei disse <<Lo so che non
si fa, ma ho ascoltato Luce e Francesco. Bravi bambini. È sempre importante
riconoscere i propri errori o limiti. Ma tu Luce… dimmi cosa ti ha fatto
cambiare idea?>>
Luce si alzò e solennemente rispose <<Da
grande voglio diventare come AstroSamantha. Fare l’astronauta!>> I
compagni la guardarono a bocca aperta: che sogno fantastico! Nessuno aveva un
desiderio così grande da realizzare. Tutti convennero che Luce era davvero
molto più avanti di loro, sapeva cosa voleva!
Un applauso spontaneo nacque nella classe.
Luce non credeva ai propri occhi, allora le volevano bene, l’ammiravano…era
stato saggio parlare, forse il futuro sarebbe stato migliore. Con sguardo
commosso si guardò attorno e poi si volse verso la finestra: nel cielo la Luna
non era visibile ma… c’era e sapeva che l’avrebbe aspettata!
FINE