martedì 29 novembre 2016

Partenza

.. e il silenzio  si  espande,
vuoto intorno
braccia  prive di vita
cuore dolente.
Così mi lascia
ogni partenza.
Nuccia

sabato 26 novembre 2016

I fici scialari


Sono il Presidente di una squadra di calcio di categoria....ultima, praticamente. Ho iniziato questo mio impegno con una gioia, un entusiasmo che non riesco neppure a descrivervi. Dal momento della mia nomina, un solo pensiero in testa: cosa fare per la mia giovane squadra!
Lo confesso non è che abbia tanta esperienza...ma insomma che ci vuole?
Ci vogliono i ragazzi per la squadra, e questi ci sono, divise, le ho ordinate, il medico e va bé qualche amico lo trovo, l'allenatore, anche qui un amico...., il pulmino? No, le auto private bastano!. Un vicepresidente? Pregherò qualcuno...giurando che non dovrà versare soldi.
La cosa più importante mia moglie Lucia: avrà finalmente un incarico: moglie, accompagnatrice, sostenitrice del Presidente!
Mi sento gasato, la prima partita domenica prossima, certo un paese piccolino dell'entroterra messinese, dovremo viaggiare per Km, forse 100 , ma chi se ne frega...l'entusiasmo alle stelle!
Certo a ben pensarci, non è che sia tutto a posto... Allenamenti pochissimi, anzi ad essere onesti solo uno, in vista della partita, le divise ? Non sono arrivate!!!
Il medico amico è talmente amico che probabilmente  non potrà essere dei nostri, causa un impegno improvviso. D'altronde lo capisco è un ginecologo, se non ha improvvise richieste  lui!!!
Ho chiesto a mia moglie la massima collaborazione, ricordo che tanti anni fa fece un corso di volontariato in Croce Rossa, quindi mi accompagnerà in campo per eventuali problemi. Ormai ho deciso!
Avrei deciso, lei non è d'accordo assolutamente. Piagnucolando mi ricorda "Lo sai bene che ho paura di un ago, davanti ad una ferita svengo! Non ho terminato il corso! Le uniche ferite che affronto sono le punture d'insetto!"
Io ho fatto l'uomo " Mi devi aiutare!"
 E davanti alle sue lacrime "Va bene ma almeno mi prepari una borsa con dentro tutto l'occorrente per un piccolo soccorso?"
Lei mi ha baciato con trasporto e subito si è messa all'opera, praticamente ha svuotato il nostro armadietto dei medicinali!! Mi chiedo, l'antinfluenzale perché lo ha  messo nella borsa?
Si avvicina sempre più il fatidico giorno, ho riunito i ragazzi in pizzeria per parlare di strategie e scegliere un nome per la squadra, non che non l'avessimo, ma vuoi mettere uno beneagurale?
  Ci sono tutti, sono davvero belli, sprizzano energia ed ottimismo! "
"Domani, esordisco, avremo la partita e stasera brindiamo alla nostra sicura vittoria" Segue un breve conciliabolo, abbiamo deciso che la nostra squadra avrà questo appellativo: I vittoriosi! Sono tutti d'accordo e iniziamo con i brindisi...
Uno per il Presidente...e vai!!! Uno per la moglie del Presidente! E sia....continuiamo fino all'ultimo dei giocatori. Ok ,sono solo birre, ma l'effetto lo lasciano, per cui ci raccontiamo barzellette e delle strategie neanche l'ombra, ci penseremo domani!
L'indomani mattina mi sveglio con un mal di testa atroce e fra mille aghi che mi torturano un pensiero sta per uccidermi: le divise. I giocatori non hanno divise!
Mi alzo di botto e chiedo consiglio alla mia amata Lucia. Lei tranquilla ci pensa un po' e poi come illuminata "Ricordo che  Don Pasquale, il padrone delle pompe funebri, aveva  una squadra di calcio, magari ha ancora le divise."
"Pompe funebri?" inorridisco, ma davanti all'ineluttabile  agisco.
Bevo un caffè, una doccia veloce e mi reco da Don Pasquale.
Nel suo negozio noto un po' di gente, aspetto e poi entro. Non vi nascondo che ho la mano in tasca e tocco "i gioielli di famiglia".
 Chiedo del proprietario e un tristissimo signore, non so se parente del trapassato o commesso,  con un cenno della mano mi indica il retrobottega.
Un sudore freddo scivola lungo la schiena, sono impaurito ma devo, ripeto, devo entrare.
Don Pasquale con un gran sorriso mi accoglie, mentre sta sistemando un morto nella bara. Io con gli occhi evito di guardare  il defunto e , come dicono i siciliani, taliando negli occhi Don Pasquale dico"Buongiorno Don Pasquale ho bisogno di un favore , solo lei mi può aiutare!"
"Ciao Stefano, ti muriu cacchidunu? A disposizione sempre!"
Stringo ancor di più le dita nella tasca, provocandomi un certo dolore.
"No grazie, Don Pasquale, avrei bisogno in prestito le divise della squadra di calcio che un tempo dirigevi. E' un'emergenza!"
"Ma certu Stefano, ora ciù dicu a me mugghieri, è na bona cosa, mi farai pubblicità"
A queste parole un campanello d'allarme mi suona nel cervello, ma i tempi sono sempre più ristretti e dopo dieci, no diciamo trenta minuti, la consorte di Don Pasquale mi porta uno scatolone con le sospirate divise.
Nel frattempo ho assistito ad almeno due "ricomposizioni di defunti", non è il meglio onestamente.
Torno a casa con lo scatolone, ormai è già ora di partire, chiamo i ragazzi della squadra, per fortuna due hanno messo a disposizione le proprie auto e in più c'è la mia. Ho chiesto a Lucia di preparare uno spuntino veloce per i giocatori. Onestamente m ha guardato in cagnescoe, pur accontentandomi,  mi ha urlato "Le mogli dei Presidenti viaggiano, vanno anche in America, io no!Devo solo preparare da mangiare, curare , sempre se lo farò, qualche disgraziato....Ti sembra giusto?"
Non ho il coraggio di guardarla e mesto mesto  prendo tutto e ce ne andiamo.
Abbiamo appuntamento ai caselli dell'autostrada. Sono tutti là. Appena arrivo mi sale un moto di mestizia, sembriamo la Banda Bassotti,  ognuno di loro indossa una tuta di colore diverso. Mi fanno tenerezza, per fortuna  abbiamo le divise, che ancora non ho visionato.
 Ci sistemiamo nelle auto, il medico non c'è, un parto improvviso. Per fortuna  ho Lucia, la mia infermiera, oddio poco volontaria ma speciale. In macchina recita il Santo Rosario sperando che nessuno si ferisca.
Dopo tre ore di viaggio arriviamo a Tusa. I ragazzi scendono dalle auto, si sentono rattrappiti,  uno  bisbiglia "Ma come c...o posso giocare? Ho le ginocchia distrutte dal sedile anteriore!" Poi mi vede e mi fa un cenno di Ok. Non è molto convinto  però.
Ci rechiamo negli spogliatoi. Apro lo scatolone e alla prima divisa inorridisco: colore nero con una striscia dorata sulle spalle con la scritta "In memoria di Don Fifì. Premiata ditta onoranze funebri Don Pasquale. Ricorda la vita non è eterna"
I ragazzi mi guardano, hanno lo sguardo allucinato.
Io non so che pesci prendere, con un groppo alla gola sussurro "Ma dai ragazzi è scaramantica, ci porterà fortuna. Se vinciamo porteremo un bel mazzo di fiori a Don Fifì"
Nessuno ride, io distribuisco maglie e calzoncini. Vi giuro che le afferrano con una faccia da "funerale". Ma non basta, mancano i numeri sulle spalle, cosa posso dire all'arbitro? M'inventerò qualcosa e preparo un elenco dei nomi... Ormai i ragazzi sono in fila, non sono proprio un bel vedere, sembrano pronti per un funerale di gruppo, faccio buon viso a cattivo gioco e dico " Ragazzi non è la divisa che fa il giocatore! Animo, mostriamo a tutti chi siamo. Vinciamo e dopo festeggeremo alla grande!"
Mi guardano, non sembrano convinti anzi, sono sempre più funerei.
E' arrivato il momento, bisogna scendere in campo. Ci segniamo e mandiamo una preghiera al cielo...
dopo urliamo tutti insieme "merda, merda, merda".
Mai grido fu più profetico.
Il Capitano è il primo a soccombere, dopo soli dieci minuti  di gioco i crampi lo atterrano definitivamente.
Lucia mi guarda con occhio sbarrato "Io non curo nessuno, m'impressiono." E se ne esce dal campo.
Resto solo in panchina, sto cercando di pensare in modo razionale, quando gli avversari segnano il primo gol.  Subito dopo replicano. Siamo proprio  nella m..., non abbiamo schema di gioco, fiato ed esperienza.Non voglio rigirare il coltello nella piaga, praticamente alla fine del primo tempo, tutti i giocatori della squadra avversaria hanno fatto un gol, tranne il portiere!
Lasciamo definitivamente il campo dopo quarantacinque minuti di gioco. Nessuno  ha il coraggio di rientrare dopo l'intervallo..
Negli spogliatoi  il portiere mi dice " A fan culo Don Fifì, io fiori non ne compro!" Gli accarezzo la testa e lo comprendo pienamente.
Dopo la doccia ed esserci rivestiti, ritorniamo a casa. In auto nessuno scherza.
Giunto alla mia abitazione dico a Lucia "Sai cara dovresti lavare le divise, le devo restituire domani."
Lei mi guarda con odio, afferra il ferro da stiro, me lo lancia e poi si chiude a chiave in camera. Mi toccherà dormire sul divano, dopo ...aver lavato le divise della squadra.
E' notte fonda quando finisco. Mi siedo sulla poltrona e un improvviso pensiero mi balena e mi fa nascere un sorriso." Abbiano perso ma "i ficimu scialari".
Mi sgorga una risata amara e mi accingo a dormire...forse.

Nuccia








giovedì 24 novembre 2016

SONO




Sono,
chi ti ha preso per mano
adagiato tra fresche lenzuola
per saziare la tua fame d'amore.

Sono,
chi ti ha aperto il
proprio cuore
alle tenerezza, ai segreti,
alla passione, al desiderio.

Sono,
chi ti ha donato il proprio grembo,
in cui il seme piantato
ha donato nuova linfa.

Sono,
la vittima del tuo destino,
la vita recisa da mani
che giuravano d'amarmi.

Sono,
il rimorso che non t'abbandona,
il ricordo sbagliato,
l'incubo delle tue tenebre.

Nuccia

martedì 22 novembre 2016

Anatomia del rispetto

Immagine dal web


SAGGIO FILOSOFICO
...Entrasti timoroso nell' aula,
i passi esitanti
come fossi sull' orlo dell'abisso.
Il corpo rigido
palesava i vissuti segni del rifiuto.
Gli occhi apristi sul mio volto,
rispecchiavano la tua anima.
Nel lago scuro della pupilla
lessi di guerra,
fame,
povertà,
dinieghi alla vita.

Decido di iniziare il mio saggio con pochi versi, nati dal cuore, alla vista di quel  ragazzo che entrò per la prima volta nella mia classe, cercando un luogo dove POTER ESSERE. Con un comportamento di chiusura camuffava il bisogno di attenzione, di accettazione,di  rispetto…
Il rispetto sembra di difficile realizzazione, troppo avvezzi a giudicare, condannare,fermarci alle apparenze eppure... importantissimo riscoprirne l’ importanza.
 Ma come nasce, da cosa nasce,come si "esercita” il rispetto?
Il rispetto nasce dalla "meraviglia."
Dalla meraviglia, proprio quella che, in fondo, ha dato vita alla filosofia. Facciamo mente locale, la meraviglia è lo stupore che coglie l' uomo dinanzi alla vita, alla natura, all' umanità.
Pensiamo ai  bambini, non hanno remore, barriere mentali, accettano tutto perché liberi dai  “legacci”  che rendono gli adulti sospettosi, insindacabilmente certi della propria verità. Dai bambini dobbiamo trarre esempio, dagli occhi meravigliati che guardano al nuovo.
Io m' incanto davanti a loro. Possono far domande se sono in grado di formularle, se son piccini cercano di conoscere con il tatto, il gusto,  utilizzano i sensi. L'adulto no, certo della propria esperienza si chiude a riccio e avvalendosi della pseudo conoscenza pregressa, pontifica e condanna, poche volte assolve. E’ un atteggiamento verticale in cui il rispetto indica autorità. Il vero  rispetto nasce dalla voglia di conoscere realmente ciò che ci circonda, dal desiderio di  formare nuove competenze scevre da “precostituzioni” assurde. Il rispetto permette di ascoltare gli altri, ascoltare si badi bene non semplicemente sentire. Un attento ascolto genera empatia, permette di entrare nei panni dell' interlocutore, riuscendone  così a cogliere le sfumature, il tono della voce, la prossemica, lo stato d'animo, ridando vita alla comprensione.
Come diceva il grande Hegel " il vero è l'intiero" e non le singole parti. Bisogna idealmente sommare il prima,il durante e il poi. Quando si riescono a cogliere le intime connessioni di un agire nasce il rispetto. Esso si manifesta con l 'accortezza verso l'altro, col desiderio di non ferire e con la consapevolezza e la profondità delle azioni. Si sente la necessità di accogliere l'altro senza bisogno di cambiarlo,  accettandone  pensieri, fede religiosa,costumi perché ha tutto il diritto di essere se stesso e di non snaturarsi.
Ma non bisogna confondere il rispetto con le buone  maniere,  esso è  diverso,  è un atteggiamento che riconosce il valore di una persona.
Immanuel Kant, nella  sua filosofia morale, sosteneva che” gli esseri umani devono essere rispettati perché sono un fine in se stessi e possiedono un valore intrinseco ed assoluto: la dignità”. Schweitzer , dottore,filosofo e Premio Nobel per la Pace, affermava che “bisogna accantonare la congerie di elementi che costituiscono il nostro pensiero e cultura, per rifarsi al primo fatto della propria coscienza, il più immediato, perennemente presente: la volontà di vivere. Solo da qui si può giungere a una visione ragionata del mondo, il rispetto per la vita.”
Diceva L. Ron Hubbard “Non c’è criminale la cui vita criminosa non possa essere fatta risalire a una perdita del rispetto di sé. E se dovessimo chiedere a quel criminale che cosa significa “perdere il rispetto di sé", sentiremmo inevitabilmente la risposta più pietosa che si possa immaginare: “un giorno ho scoperto che non potevo più fidarmi di me stesso”. Grandi riflessioni da cui scaturisce la mia…
Per me il rispetto è la mia volontà di essere riconosciuto dall’altro in qualità di essere vivente con diritto di dignità e libertà di decisione, atto condiviso, reciproco e  che si riproduce, dare rispetto genera rispetto.
Tutto l'universo dovrebbe vivere sotto l'egida del rispetto, innanzi tutto rispettare se stessi,  gli uomini, quindi le piante, gli animali, la Terra stessa, perché essa vive, respira,dona a piene mani, non va depredata, la renderemmo sterile, non dimentichiamo mai di  riconoscere nella natura la stessa forza che alberga in noi.
Rieduchiamo al rispetto i giovani attraverso il nostro esempio, perché sono gli adulti i primi promotori di un atteggiamento positivo condiviso. Rappresentanti politici, delle istituzioni tutte,  genitori, sono coloro che debbono, sottolineo debbono, essere esempi di specchiato rispetto verso il prossimo e ciò che li circonda. Solo così questo nobile sentimento tornerà a vivere nelle strade delle città, nelle case, nei rapporti tra gli esseri e nel nostro mondo si respirerà umanità.

P.S. Il ragazzo che “entrò timoroso nell'aula” ha conseguito la maturità liceale, ha tanti amici ed è un bravissimo rapper. Dalla conoscenza reciproca è nato il rispetto per cui tante mani si sono strette e prima  la classe, dopo l’intera scuola, si è trasformata in un abbraccio.



Nuccia Isgrò

venerdì 18 novembre 2016

Le mie ali

Le mie ali
sono la fantasia
non vedo il mondo reale,
di emozioni  posso vivere





Foto dal web

sabato 12 novembre 2016

Che avventura la vita!


Che avventura la vita,
te ne accorgi solo
quando ti fermi
a riflettere.
Nasci, ed inizia la battaglia
per affermare il tuo esserci.
Il tempo passa inesorabile...
Lotta dopo lotta
all'improvviso ti accorgi
che gran parte della tua esistenza
è trascorsa.
Ti vorresti fermare,
magari un po' esausta,
le forze non sempre all'altezza
poi, un pianto di neonato,
una manina che stringe la tua,
ti accarezzano il cuore,
comprendi che ancora la vita
ti riserva amore.


 foto dal web
 

giovedì 3 novembre 2016

E s'affacia sul mondo

...e s'affaccia sul mondo
fiducioso nella vita.
Lo guardo,
mi commuovo,
ne colgo i respiri regolari.
Lievamente gli carezzo  la manina
temo di fargli del male,
 quella nuova pelle
esige rispetto.
Gli osservo gli occhi socchiusi,
vorrei carpirne il colore,
lui li richiude
sulla luce del giorno .
Emette un sospiro,
forse rimpiange
il grembo materno,
in cui le voci ovattate
 sono ninna nanna,
e lui è al riparo dal male del mondo.
Si ripaga dalla naturale separazione
volgendo la boccuccia al pugnetto.
Lo mette in bocca,
succhia goloso le dita paffute,
come fossero novello ciuccio.
Appagato si quieta.
Che miracolo la vita!

A Davide
Immagine dal web