giovedì 24 maggio 2018

23 Maggio 1992




Un boato ruppe il silenzio:
fuoco, detriti, sgomento,
sangue, dolore, morte
Nella strada voragine d'orrore,
come un urlo muto
il selciato vomitava odio.
Il silenzio infranto solo da sirene
e da passi di attoniti uomini
dallo sguardo velato,
asciugavano lacrime
che a fatica
cercavano strada su cui scorrere,
sui volti segnati dalla polvere
su cui il raccapriccio creava scie di lutto.
Nel cuore una solo domanda?
"Da quando l'uomo
è divenuto carnefice di simili?
Forse da quando non ha più scrutato
negli occhi di bimbi
in cui solo il buono alberga,
non ha accarezzato,
con mano trepida,
provando meraviglia,
il ventre della propria donna gravida
da cui la stirpe
continua progenie;
non ha volto lo sguardo a contemplare creato,
tastando incanto per tanta magnificenza.
Forse perchè non ha mai chiuso gli occhi
ascoltando il battito del cuore
sinonimo di vita!
Nuccia
 
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sabato 12 maggio 2018

Io e mia madre


Non vedo le rughe
che solcano il tuo volto,
gli occhi velati
di vita e ricordi,
le dita nodose
testimoni d’operosità.
Non m’accorgo
di passi  claudicanti,
di  tentennamenti
nell’affrontare la via,
di dolore camuffato..
Di te vedo
vivo, solo bellezza,
carezze sui volti,
baci sulle guance,
amore nell’accudire la vita.
Di te custodisco
l’alacre lavoro,
l’affetto condiviso,
il ricordo di chi visse,
il rispetto per l'uomo.