martedì 21 luglio 2020

Lettere

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Mia adorata

In un vecchio comò
Trovai lettere d’amore
Vergate nel ‘46
Pagine d’antiche memorie…
La carta sottile,
Quasi trasparente,
Scricchiolava al mio tocco.
Era come si sentisse violata
Da mano estranea.
Le osservai.
La scrittura perfetta
Mostrava il tempo trascorso
In cui vita e morte
Implacabilmente s’erano intrecciate.
Le accarezzai,
Iniziavano tutte con
“Mia adorata…”
Il pennino raccontava
D’amore e lontananza
Narrava di echi di guerra
Da poco cessati,
Stillanti ancora dolore
Necessità di ricostruire e
soprattutto di brama d’amore.
Ne lessi alcune righe
Invidiai quel sentimento
Bramato, desiderato,
Che lontananza acuiva.
Era un t’amo
Intrecciato di carezze immaginate,

Sognate, vagheggiate
Di desideri inappagati …
Improvviso mi colse pudore,
Le rimisi nelle antiche buste
Dai francobolli inneggianti
Lavoro nei campi.
Era uno scrigno che non m’apparteneva.
Le riportai a mia madre.
Col suo sguardo m’accarezzò,
Mi sorrise e se le strinse al cuor.

venerdì 17 luglio 2020

Per sempre


Vivo realmente di notte, di giorno fingo. La mia età? Non conta, sono senza
tempo! Cammino silenzioso per vicoli e piazze, cunette e antri. Nessuno mi
vede, nessuno mi sente. Le ombre della notte mi seguono, mi fanno
compagnia. Ho imparato a vedere di notte, discerno tutto meglio dei gatti.
Distinguo volti, suoni, parole e sussurri e sento la paura degli altri, mi nutro
del loro afrore. Non potete immaginare la bellezza delle ombre, ti seguono
come amiche, ti copiano senza intralciarti, sono spie dei movimenti, sono
perfette e non ti ostacolano. Non ho bisogno di abiti particolari, basta
coprirmi. Ho imparato a tenere sempre dei guanti, così la mia pelle diafana
non si vede. Certo d’inverno è più semplice, le ombre calano prima... e io
sono più felice. Non chiedetemi se sono uomo o donna, non ha importanza,
io amo il sangue. Me ne nutro di notte! Certo quello umano è il migliore,
m’accontento anche di quello animale, come si suol dire di necessità virtù.
Sono capace di seguire la mia vittima per ore, anche per diverse notti se
necessario. Se qualcuno mi piace sono implacabile. M’ acquatto e aspetto.
Preferisco carne giovane ma anche gli anziani vanno bene, cosa non da poco
è più facile ucciderli. Hanno meno forze, anche se guardinghi non riescono a
sfuggirmi. Non disdegno i bambini ma preferisco gli adulti, il loro sangue mi
rinvigorisce!!!
Di giorno che faccio? Mi maschero da persona perbene. Ho una vita normale,
lavoro, ho qualche amico/a ma è una finzione. Non vedo l’ora che giunga la
notte quando divento un DIO, perché sono io a decidere chi vivrà o morirà!
Non vi siete mai accorti, quando uscite di notte, della sensazione di essere
seguiti? Di avvertire dei passi alle spalle? Di udire un ansimare fastidioso?
Sono io! Non siete mai soli! Vi osservo, mi mimetizzo con i muri, vi abbranco
con lo sguardo e assaporo il momento in cui affonderò le mie unghie nel
vostro corpo! Sentirete dolore ma non vi muoverete, il mio sguardo vi
bloccherà le membra e io farò di voi ciò che vorrò! Balbetterete dalla paura,
mi chiederete clemenza. Io me ne sbatto delle vostre insulse frasi. Mi fate
ridere-Aiuto, pietà, vi do quello che volete, gioielli, soldi, casa, auto...-,
nessuna misericordia per le mie vittime!
La notte è fatta di ombre, oscurità, malvagità, mi rappresenta, io sono cattivo.
Il vostro pianto non m’infastidisce, anzi mi rallegra. Perché non vi state

rintanati nelle vostre case? Se non lo fate allora cercate me...il male assoluto!
E io ci sarò! Non vi deluderò.
Nessuno è capace di fermarmi. Quando mi sazio di una vittima l’indomani
compro i quotidiani, cerco con occhi voraci la notizia che mi riguarda. Di
solito a caratteri cubitali leggo “Nuova vittima nella notte”, io sogghigno
attendendo la prossima carne da macello. Poveri scemi, i giornalisti non
hanno capito che gli articoli che riguardano le mie azioni mi invogliano a
ripeterle all’infinito, mi rendono famoso.
La notte mi dà forza, vigore, energia...
Ho parlato troppo, le ombre sono calate sulla città, è l’ora della caccia. Sento
il mio sangue urlare: ancora...ancora... ancora! Ed io non posso che ubbidire.
Ho l’adrenalina a mille. Indosso i miei abiti scuri, i guanti, il cappello lo
abbasso fin quasi sugli occhi, esco. È una perfetta notte nera, senza stelle, la
luna è oscurata dalle nubi, il freddo è pungente ma non lo avverto. Ho altro a
cui puntare. M’avvio per una strada secondaria della mia città, so già dove
andare. Da alcuni giorni seguo una potenziale vittima. È una donna, lavora di
notte, conosco già a che ora finirà il turno nel ristorante in cui opera. Ho
pianificato tutto. È sempre sola, a volte torna a casa in la bici, altre a piedi.
Non importa, io sono forte come un toro. Aspetto. M’acquatto nella viuzza
limitrofa al ristorante. So tutto di lei, i social aiutano nelle informazioni. Non
è sposata, diplomata, appena ventunenne, lavora come cameriera da circa un
mese, vive sola. Guardo l’orologio, le due, tra poco uscirà. Eccola. È tutta
infagottata in un lungo pastrano. Cammina veloce, non si guarda intorno.
Forse è stanca o arrabbiata, ma chi se ne frega, io voglio il suo sangue. Mi è
passata accanto, non si è accorta di me o forse sì, perché ha affrettato il passo.
Aspetto un po' e poi la seguo. Sembro un fantasma, anche se si voltasse non
mi vedrebbe, io mi confondo con le ombre. Conosco anche il suo numero di
cellulare. L’ho chiamata un paio di volte da un telefono pubblico, mi piace
stuzzicarla. Al suo pronto non rispondo, semplicemente ansimo. Mi diverte
sentirla urlare -La smetta, informo la polizia- Informa pure chi vuoi, io berrò
il tuo sangue. M’eccito al pensiero del suo terrore.
Sento un rimescolio nelle viscere. Ho deciso, so dove deve andare, le farò
un’imboscata. M’è venuto in mente che potrei sequestrarla per qualche
giorno, portarla in quel garage che ho affittato. La tagliuzzerei poco alla volta.

Prima le dita per poi succhiarle come una caramella; poi le braccia, potrebbe
resistere alcuni giorni, alla fine un bel taglio alla giugulare e sangue a volontà.
Non è una cattiva idea, dovevo pensarci prima, mi maledico. Ora conviene
agire. Mi avvio in una strada limitrofa, così la bloccherò quando mi sarà
difronte. Corro anzi volo leggero in attesa di lei. Sembro quasi uno
spasimante. Sono arrivato all’angolo, aspetto. Eccola, sento i sui passi, mi
sembra già di stritolarla tra le mie grinfie, di sentire il suo odore, la sua paura,
affino i sensi nell’attesa di trovarmela davanti. Uno scalpiccio, è lei! Mi
paleso, all’improvviso due energumeni mi bloccano con braccia poderose.
“Fermo polizia! “Signorina aveva ragione, tranquilla l’accompagneranno i
miei colleghi a casa. Adesso portiamo il sospettato in caserma!” Mi divincolo
o almeno tento. Con i miei artigli cerco carne da maciullare ma i due lo sanno.
M’hanno legato strettamente i polsi dietro la schiena. Mi trascinano, le mie
gambe si rifiutano di seguirli. Addirittura mi sollevano di peso. Passiamo
accanto alla mia vittima, la guardo e mi lecco le labbra. Le sussurro “La
prossima volta...non avrai scampo, guardati sempre alle spalle, potrei
esserci”.
Mi portano via...mi accascio sul sedile dell’auto. Chiudo gli occhi, sorrido e
penso la sua paura vivrà per sempre!!!