mercoledì 23 settembre 2015

LA CENA DELLA VITA






Era la cena della Vita! Si era cambiata molte volte, prima l'abito nero scollato, poi quello corto in pura seta, poi pantalone e camicia fluttuante, ma si vedeva la pancia, quindi minigonna con maglietta cortissima con ombelico a vista, l'aveva scartata proprio per quest' ultimo, non era più un tortellino ma un raviolone (il tempo passa), si era decisa per l'abitino a pois, leggero, appena appena sexy. Poi le scarpe, basse no, facevano papera, tacco 12 neppure, poteva cadere, aveva optato per sandali con zeppa e Swarovski. Il giorno prima era andata dal centro estetico: depilazione quasi completa, ripeto quasi, pulizia del viso, massaggio rilassante e, sfoltimento delle sopracciglia, peccato che le avevano dato una forma ad ala di rondine, così sembrava sempre incaz... nera, pazienza!Aveva chiesto un consiglio per il trucco, l'aveva accettato e adesso si guardava allo specchio: si era spalmata una buona dose di ombretto marrone, le avevano detto, testuali parole: lo sguardo diventa profondo. Ora sembrava avere le orbite vuote, praticamente ammalata cronica.
La parrucchiera, alla notizia dell'importante serata che l'attendeva, aveva applicato le "mesc" bianche ai capelli neri, ora era somigliante a Crudelia, le mancavano solo i dalmata. Per cercare di rimediare aveva legato i capelli, guardandosi allo specchio pareva la protagonista di “Cambio me”, naturalmente prima della cura.
Altro dramma nel dramma,cosa cucinare, lei che odiava farlo?
Era andata in edicola e aveva chiesto qualche opuscolo sull'argomento: era tornata a casa con una intera enciclopedia su “Come farlo felice in cucina”. L'edicolante l'aveva salutata con un sorriso a cinquantadue denti (li aveva raddoppiati per la gioia, non è facile liberarsi di un' intera raccolta in un colpo solo). Arrivata a casa, aperta la prima pagina era inorridita:“Per farlo felice indossa solo un grembiulino sexy, sotto solo la pelle, scarpe con tacco a spillo!”
 Ormai era inutile piangere sul latte versato o meglio sull’esosa spesa. Meglio scegliere le pietanze. Dopo aver sfogliato pagine su pagine ed essersi resa conto che proprio di cucina non sapeva nulla, aveva optato per cibi afrodisiaci.
L'ospite atteso era un uomo, il proprio uomo (almeno sperava, conosciuto in chat, amore al “primo messaggio”.
Non si erano mai visti di persona, però erano innamoratissimi.
Aveva optato per :antipasto “Crema della riconciliazione”, pasta niente, secondo “Maialina da latte pibil”, dolce “La goduriosa”. Asserivano, almeno così recitava l'enciclopedia, che fossero i migliori cibi afrodisiaci. I vini sarebbero stati: una bella bottiglia di Chianti rosso del 2008 per la maialina (lei si sentiva come l'animale, da sacrificio), per l'antipasto un Piemonte Chardonnay 2012 DOC Pinè Bianch, per il dolce una Grappa di moscato.
Aveva provato a cucinare ma, consapevole che avrebbe potuto avvelenarlo, prima ancora di “consumare” una notte di passione,  si era rivolta ad una fidata amica, abile cuoca.
Adesso,tutto era pronto: la bella tovaglia di lino bianca, le posate d'argento, i calici di cristallo, il secchiello per i vini, la brocca d'acqua e il centrotavola di fiori, le portate pronte per essere gustate.
Lui stava per arrivare, lei si guardava attorno fremente e intanto beveva un bicchierino di vino dietro l'altro, le piaceva da morire il Chianti rosso.
 Puntualissimo giunse il suono del campanello. Barcollante aprì.
Era lui...ma non doveva essere più alto? Questo sembrava un tappo e ...quella pancia? E i capelli...dov'erano? Persi per strada? Cosa nascondeva sotto la barba, un coltello ?
Lui a sua volta la guardava interdetto e pensava “Ma chi è questa con le sopracciglia ridicole, gli occhi infossati e i capelli bianchi e pure ubriaca? Nella foto era diversa.”
“Scusi ho sbagliato?”Disse lui, ritrovando la parola.
“Sicuramente, hic” Rispose lei, leggermente alticcia, chiudendo di colpo la porta.
Malferma guardò la bella tavola apparecchiata, si sedette e iniziò a mangiare sorseggiando l'ottimo vino. Un unico pensiero nella mente “Basta con le chat, domani mi cancello!”



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