mercoledì 23 settembre 2015

LEI…MARIA



                                     

Maria lavorava come cameriera in un piccolo ristorante di Santa Lucia, ridente paesino del messinese. Era efficiente e gentile, molto ammirata sia per la sensualità del suo corpo sia per l'aurea di mistero che la avvolgeva.
Il signor Tony era contento di aver ascoltato il suo sesto senso quando l'aveva assunta, nonostante non avesse credenziali. Sua moglie Teresa aveva "storto il naso", era gelosa dell'altrui bellezza, lui non aveva sentito ragioni. Gli avventori erano aumentati “Inutile, amava dirsi, la bellezza fa cassa.”
Maria non dava retta a nessuno, prendeva gli ordini, sorrideva con molto distacco, se qualcuno si permetteva di toccarla, anche scherzosamente, si girava di scatto e gli occhi di brace lo polverizzavano, subito giungevano le scuse.
La vita di Maria era molto regolare, abitava in una piccola casa, viveva sola, non aveva amici, né maschili né femminili e di parenti nemmeno l'ombra. La mattina si alzava sempre alle otto, i paesani avevano osservato che apriva le imposte della sua casa, metteva sul davanzale le lenzuola ad arieggiare, se il tempo lo permetteva, usciva nel piccolo cortile e porgeva la ciotola con il latte al fedele cane lupo e lo accarezzava con grande affetto. Alle undici e trenta si recava alla trattoria del signor Tony, iniziava il primo turno di lavoro fino alle quindici, tornava a casa e usciva alle diciannove per riprendere il lavoro, fino alle ventitré per poi tornare definitivamente a casa. Questa routine durava ormai da tre mesi, sempre uguale, ripetitiva. Le vecchiette del paese, osservavano e dicevano “Questa qui non ci piace, c’è qualcosa che non va. Non cerca nessuno e nessuno la cerca. E' mai possibile? Nasconde sicuramente qualcosa!”
E un giorno...
Francesco Meri giovane detective si ritrovò, dopo un lungo periodo di lavoro a Milano, nel piccolo paese del messinese, invitato dal suo amico Saverio che da poco aveva preso servizio, come maresciallo dei carabinieri nella stazione del luogo. Dopo un periodo a Catanzaro, Saverio si sentiva in paradiso, lavoro tranquillo, niente stress, cibo ottimo e grande rispetto da parte dei paesani. Aveva telefonato al suo grande amico Francesco “Vieni a trovarmi, qui posto ne ho tanto, vedrai buon cibo e tanta tranquillità. Ti aspetto non puoi dirmi no! ... Così si era ritrovato ospite dell'amico. Effettivamente aria salubre, stress zero, mare non troppo lontano e quella favolosa trattoria dove il cibo era squisito. Quando per la prima volta aveva visto Maria era stato come un dejavou, era come rivivere un episodio, ma poi si era fatto soggiogare da quel volto. Non riusciva a dormire, a riposare, quegli occhi gli erano entrati nell'anima. Il suo amico Saverio glielo aveva detto ”E' inutile parlarle, pensarla, chiedere, lei non dà retta a nessuno. Cosa credi, anch’io avevo fatto un tentativo. Niente, ti allontana gentilmente. E' un mistero la sua vita!” Francesco non aveva intenzione di lasciar correre, ogni notte era un inferno, il desiderio di lei lo bruciava. Una sera, quando lei aveva terminato il turno di lavoro, l'aveva seguita ed era stato gran parte della notte vicino alla sua casa. Il cane lo aveva avvistato, era dovuto andar via a causa dell'abbaiare furioso che aveva svegliato l'intera zona.
Francesco comunque era deciso a contattare Maria, gli era entrata nel sangue, nella mente, nel cuore, anche se un tarlo lo tormentava sempre... era quel qualcosa di già visto o sentito che nella memoria faceva capolino.
Continuava a soggiornare a Santa Lucia, durante le mattinate faceva lunghe passeggiate nei dintorni, andava nelle vallate limitrofe a parlare con i pastori e i contadini. Quando il tempo lo permetteva, saliva fin sul colle e giungeva al castello e alla bellissima chiesa della “Madonna della neve”. Ammirava un panorama mozzafiato allungando lo sguardo fino al promontorio di Milazzo e, se il cielo era terso, poteva anche avvistare le isole Eolie, sul mare cristallino svettavano maestose nella loro bellezza. Ma, la sera, nulla riusciva a trattenerlo dalla trattoria “Da Tony”.
Era ormai un habitué, si sedeva nell' angolo a destra della stanza, da cui poteva guardare indisturbato Maria che serviva ai tavoli. Di solito ordinava il piatto del giorno, mangiava in silenzio e sottecchi non la perdeva di vista mentre svolgeva il suo lavoro.
Saverio lo prendeva regolarmente in giro “Vedrai non riuscirai nel tuo intento, Maria è inespugnabile!”
Tuttavia Francesco non desisteva. Si trovava a Santa Lucia da dieci giorni e le sue ferie stavano per finire, quella sera le avrebbe parlato “Ora o mai più” si disse.
Erano le venti, si preparò con più cura del solito, ripercorse la stradina a ciottoli che lo avrebbe condotto alla trattoria. Il cuore gli batteva all'impazzata, come dopo una lunga corsa, la camicia azzurra che s’intonava perfettamente con i suoi occhi era già sudata, lui si sentiva come prima di un colloquio di lavoro, era teso ma deciso. Si ripeteva continuamente ciò che le avrebbe detto “Signorina Maria vorrei parlarle ecc...”
Con questi pensieri non si accorse di essere ormai giunto a destinazione, aprì la porta, entrò, si sedette al solito posto. Maria si avvicinò “Questa sera desidera il piatto del giorno? Io le consiglierei lo “stocco a ghiotta messinese” è davvero buono”.
“Signorina Maria io desidero lei!” Rispose d'un fiato Francesco con lo sguardo perso nel suo volto.
“Ma Francesco, allora non mi hai proprio riconosciuta! Eppure il servizio militare lo abbiamo fatto insieme, sono Mario Cervi! Ho deciso di cambiare sesso circa quattro anni fa, poi mi sono rifugiata in questo paesino per allontanarmi da tutti. Sai non è stato facile!”
Francesco confuso “Però sei riuscita proprio bene” poi, riprendendosi “Vabbè portami lo stocco!”

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