Buon giovedì amiche mie, sono fermamente convinta che a leggermi siano solo le donne e speriamo che sia proprio così, altrimenti vedi da quale pulpito maschile le critiche, per la serie “Le donne sono tutte uguali, sono pasticcione, non sanno fare nulla…ecc.!”
Comunque oggi preparerò le uova pasquali! No, non quelle di cioccolato, non ne sarei capace, a parte il fatto che le mangerei tutte. Sono golosissima di cioccolato. Gli psicologi direbbero che vado a colmare un’atavica mancanza e bla bla bla…La verità è che di mancanze consapevoli non ne ho, semplicemente adoro il cioccolato!
Ma torniamo a noi, oggi decoro le uova di gallina, poi le regalo ai miei condomini, visto che non posso uscire!!!
Prima domanda: quante uova ho a disposizione? Apro il frigorifero…sono pochine, ma non fa nulla telefono al droghiere sotto casa e me le faccio portare.
In verità avrei bisogno di coloranti alimentari, magari zuccherini colorati per la decorazione …ma a chi posso chiedere? E poi vorrei fare qualcosa di unico, che abbia un significato più profondo, visto il periodo…. Dopo aver telefonato per farmi recapitare una ventina di uova di gallina…non vi dico il sig. Mario, il droghiere, alla mia richiesta mi ha preso bonariamente in giro chiedendomi se per caso le dovessi lanciare contro qualcuno dal balcone, stile tiro a segno! Gli ho risposto che il primo ad essere fatto oggetto di tante attenzioni sarebbe stato lui se non me li avesse subito preparate e recapitate a casa. Debbo essere stata convincente, perché dopo dieci minuti erano già dietro la porta. Il sig. Mario sembrava un delinquente pronto per una rapina. Al posto della mascherina un passamontagna nero, occhiali da sole e se avesse avuto in mano il mitra sarebbe stato perfetto. L’ho riconosciuto dal camice bianco che porta sempre. Aveva il fiatone, e ci credo con tutte le scale che aveva dovuto fare per 20 uova!!! Ho pagato e gli ho richiuso il portone in faccia! Non è che sia maleducata, ma ancora mi brucia il ricordo di quando ho preparato uno dei miei famosi dolci e lui, sentendo puzza di bruciato nella strada e vedendo un filino (sì proprio un filino) di fumo uscire dal mio balcone, ha chiamato i pompieri additandomi subito come responsabile dell’incendio. Esagerato!!! Per una torta!!!! Comunque ho messo subito le uova a bollire. Poi mi sono documentata su internet (lo so, non ho perso il vizio). Non vi dico le meraviglie che ho visto, uova colorate con le erbe, con il thè, con la menta, decorate alla perfezione…io non ne sarei capace. Però visto che non mi manca la creatività ho avuto un’idea bellissima!
Dovete sapere che in casa mia la religione fa parte della vita quotidiana! Mia madre è convinta che i santini (immaginette sacre) facciano miracoli, così me ne manda e/o porta in quantità industriali. Ti fa male un braccio…prega San Cosimo, non ci vedi da un’occhio…Santa Lucia, ti rincorre un cane? San Rocco e via di questo passo. Non le ho mai buttate o bruciate, come alcuni consigliano, le ho sempre conservate, così ho deciso che incollerò sul guscio le immagini ritagliate!
Sono fenomenale, lo so…noooo …state pure applaudendo… basta con i complimenti! Adesso all’opera.
Nel ripostiglio ritrovo lo scatolo, lo apro e scelgo le immagini sacre consone. Nel frattempo le uova sono già sode. Le metto a raffreddare…
Guardando le immaginette mi rivedo bambina con i miei genitori, ricordo i sepolcri che preparavamo. Non sapete cosa sono? Ora ve lo dico, ogni famiglia, qualche settimana prima di Pasqua, metteva nei piatti, possibilmente di plastica, del cotone e piantava dei semi. Poneva i vassoi sotto il letto o in una camera al buio, in modo che i semi germogliassero prima. Di solito lenticchie, riso, grano. Una volta germogliati, si adornavano con fiori freschi o finti e la sera del giovedì Santo si portavano in chiesa. Venivano posti dinnanzi all'immagine sacra di Gesù.
I miei piatti non erano granché, già allora ero confusionaria, ma la fede era davvero tanta.
Ma bando ai ricordi, porto tutto in cucina e inizio la cernita delle immagini. Scelgo quelle pasquali e inizio a ritagliare. Certo non sono molto precisa ma l’impegno c’è. Poi incollo tutto sui gusci e guardo la mia opera. Non sono perfetti, come al solito, ma c’è amore in quello che ho fatto. Metto ogni uovo in un “nido” di paglia, reperita quest’ultima nel fondo di una scatola di liquori regalatami a Natale. Metto le mie composizioni sulla credenza. Sono semplici e forse belle. Noto con una certa condiscendenza qualche imperfezione, in un Cristo risorto manca un braccio (ma erano così sottili), a qualche colomba un’ala (è più smart), ma c’è una candida bellezza . Stasera darò i miei doni ai vicini. Li apprezzeranno, lo so, perché oggi più che mai il valore dell’amicizia, della vicinanza virtuale, della comprensione, della condivisione sono importanti.
Ciao
#iorestoacasa
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