Cristo
In religioso
silenzio
osservo Cristo in Croce.
Mai come
oggi in
Lui
rivedo l’umanità piagata.
Nel volto
insanguinato e
nelle
rassegnate pieghe del volto
mi par di
scorgere
le vittime del
morbo
che sole,
impaurite han chiuso gli occhi.
Nelle
palpebre abbassate
ritrovo il
dolore rassegnato
di figli, genitori, parenti, amici
a cui han
negato
l’estremo
saluto,
l’ultima
confortante carezza.
Il sangue
stillante dal capo
forato da
corona di spine
son le lacrime
versate
che lasciano
profondo segno
d’imperitura
memoria
nei giorni
in cui manca
la certezza di un domani normale.
Le ferite
sul costato
sono i segni
sui volti
lasciati da
mascherine
per troppo
tempo indossate
da chi per
altri
han votato
propria vita.
Le costole
evidenti
sono i componenti
di famiglie
a cui manca la certezza di un pasto
e la cui dignità
lavorativa
è da sempre infangata.
Ma Cristo
risorto
è sinonimo
di rinascita.
Con questa certezza
preghiamo e speriamo
in un futuro
equo e sano!
Nuccia
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