venerdì 10 aprile 2020

Cristo


Cristo
In religioso silenzio
osservo   Cristo in Croce.
Mai come oggi in
  Lui rivedo l’umanità piagata.
Nel volto insanguinato e
nelle rassegnate pieghe del volto
mi par di scorgere
le vittime del morbo
che sole, impaurite han chiuso gli occhi.
Nelle palpebre abbassate
ritrovo il dolore rassegnato
 di figli, genitori, parenti, amici
a cui han negato
l’estremo saluto,
l’ultima confortante carezza.
Il sangue stillante dal capo
forato da corona di spine
son le lacrime versate
che lasciano profondo segno
d’imperitura memoria
nei giorni in cui manca
 la certezza di un domani normale.
Le ferite sul costato
sono i segni sui volti
lasciati da mascherine
per troppo tempo indossate
da chi per altri
han votato propria vita.
Le costole evidenti
sono i componenti di famiglie
 a cui manca la certezza di un pasto
e la cui dignità lavorativa
 è da sempre infangata.
Ma Cristo risorto
è sinonimo di rinascita.
Con questa certezza preghiamo e speriamo
in un futuro equo e sano!
Nuccia

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