mercoledì 1 aprile 2020

Concetta Crocefissa in Scarpata al tempo del Coronavirus 13°


Stamattina ho preso una decisione IMPORTANTISSIMA: fare ordine!
Che avete capito, non mentalmente, ma nella mia scarpiera!
Che ci vuole? CHE CI VUOLEEEEE?
Ci vuole ve lo assicuro…ci vogliono tempo e pazienza!
Io amo le scarpe, partiamo da questo presupposto. Le amo tantissimo e quindi ne ho tante, tante!
Sono collocate in uno sgabuzzino. Naturalmente non riesco a metterle tutte per almeno una volta l’anno ma…sono così belle, almeno per me.
 No, Franco le sue le tiene nel comodino, si sa agli uomini non ne servono molte.
Quindi, guanti di plastica, sacco nero per eventualmente metterne da parte qualche paio e tanta calma.
Entro nello sgabuzzino, accendo la luce e loro mi appaiono…un po' in disordine, per la verità, ma sono al loro posto, come in una visione.
Apro alcune scatole e m’immergo nei ricordi.
Ho preso quelle del mio matrimonio, sono un po' datate ma che importa. Le accarezzo come una reliquia. Mi ricordo che le comprai col tacco alto…dovevo essere più alta del mio sposo, altrimenti che figura avrei fatto…e la punta fine fine, per cui le povere dita urlarono di dolore dall’inizio alla fine, non solo della cerimonia ma anche del banchetto (da seduti per fortuna).
Quando tolsi le scarpe il mio amato Franco guardò inorridito i miei piedi e con candore mi disse “Ma per caso sono come quelli delle geishe?” In risposta gli tirai le famigerate scarpe.
Naturalmente le ripongo religiosamente nella scatola. Queste non posso gettarle.
Vado oltre e m’appaiano all’improvviso, anche perché è difficile ignorarle, quelle leopardate…bellissime, sanno tanto da “passeggiatrici”. E chi le butta, ogni volta che le ho calzate mi sono sentita spavalda e sicura…quindi no, non le butto anche se il mio Franco le ha sempre criticate, (magari proprio per quello, l’animo femminile…)
Ecco quelle azzurre…mai messe perché acquistate qualche numero più piccolo…mi facevano un piedino da favola. Le comprai anche se sapevo che avrei potuto usarle solo da seduta. Ma sono così belle. No, mettiamole da parte!
E continuo a perdermi nella ricerca di quelle da togliere e/o donare ma…
mi ritrovo tra le mani un paio di scarpette da ragazzina, numero 34, sono bellissime. Bianche e rosse, il bianco è un po' scolorito, la suola consumata ma quanto raccontano tra le mie mani. Mi accascio a terra e chiudo gli occhi. …Ho tredici anni. quella fase che oscilla tra la ragazzina e l’adolescente che sarei diventata. Sono con mia mamma, le compro perché invitata ad un matrimonio. Le calzature sono alla schiava, hanno dei lacci da legare alla caviglia e hanno un po' di tacco, Le indosso e mi sento donna! Costano un po’ ma mamma guarda i miei occhi sognanti e m’accontenta, magari rinuncerà ad altro…...
Ritorno in me, le conservo…Continuo a cercare e mi soffermo su di un paio di stivali neri, tacco a spillo e alti oltre il ginocchio. Ho deciso, stasera li calzo e indosso  il tubino nero (tubino è un eufemismo  meglio dire il tubo) e accoglierò il mio Franco…chissà l’effetto.
Per il momento basta, non butto nulla, rimando a data da destinarsi anche perché ogni acquisto compiuto è l’effetto di momenti, ispirazioni,  stati d’animo, compensazioni ed io della mia vita non voglio gettare nulla! Richiudo tutto, anche la porta dello sgabuzzino e mi dedico ad altro.
A proposito a domani!!!
#iorestoacasa

Nessun commento:

Posta un commento