giovedì 9 aprile 2020

Lettera aperta

Lettera aperta.
Parlare di pandemia, chi mai avrebbe potuto immaginarlo. Noi, cittadini del 2020, tronfi e sicuri, capaci di giudicare, emanare sentenze come fossimo eterni. Ora impauriti, chiusi nelle nostre abitazioni, guardiamo con timore il futuro. Persa la tracotanza di molti, abbiamo negli occhi la paura, guardiamo con sospetto chi starnutisce o tossisce, ci nascondiamo se siamo noi a farlo. Riempiamo le dispense come non avessimo un domani e guardiamo speranzosi alla ricerca. Sì alla ricerca, quella scientifica, quella verificabile, non quella degli stolti opinionisti. Ora come non mai capiamo l’importanza della cultura, del riconoscere le competenze reali e non quelle trasmesse per ereditarietà, contiamo sul bisogno di una sanità pubblica, non privata, quella di TUTTI coloro i quali ne hanno bisogno!!! Soppesiamo le parole dei politici e riusciamo a vedere chi dell’onda si fa forza pur non avendone le capacità, da chi lavora nel silenzio, spesso osteggiato da chi ha paura di perdere il Potere. E poi cos’è il potere davanti a un flagello che colpisce tutti, senza distinzione di razza, nazione, identità? Oggi come non mai sentiamo il bisogno dell’altro…sì di sapere come sta quel vicino che non abbiamo mai considerato, presi da attività ora completamente inutili. Abbiamo capito la rilevanza dell’oggi. Non senti più dire domani, domani, domani…no, oggi facciamo, oggi riconosciamo, oggi agiamo.
Quanto ci siamo persi nella nostra vita precedente! Gli anziani che prima guardavamo con compassione o falsa affettuosità oggi hanno pagato il tributo più caro, morti nella negligenza, nell’indifferenza o nel bisogno di silenziare i fatti. Quante domande rimaste inespresse, quante carezze negate e abbracci solo accennati.
 E della bandiera italiana che sventola da balconi e finestre che improvvisamente ci sommuove? Avevamo bisogno dell’incertezza per ricordarci di amare la nostra Patria e rispettare la memoria di chi ci ha donato la libertà …
Improvvisamente ci manca la messa, quella vissuta con gli altri nei banchi di una chiesa, agogniamo la scuola in cui condividere esperienze educative, ti mancano i colleghi, anche quelli più stronzi con cui scambiare una battuta…
Eppure, nonostante la realtà fatta di divieti, quanta gratitudine oggi dobbiamo riservare ad altri…Alle forze dell’ordine, ai sanitari, alle imprese di pulizie negli ospedali, nei ricoveri, ai lavoratori dei supermercati, alle imprese agricole, ai trasportatori, agli addetti alla nettezza urbana, ai marittimi, ai volontari, ai semplici cittadini che si ricordano degli altri …cosa possiamo dire se non un enorme grazie …
Termino con una considerazione necessaria, improvvisamente ci manca quella realtà che credevamo ovvia, dovuta a tutti, lo so, la riavremo, ma quando torneremo alla normalità dovremo ricordare l’oggi senza dimenticare ieri per vivere un domani colmo di significato.
Nuccia Isgrò

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